ROMA - Ha stregato la Lazio e fermato il tempo. Diciannove anni dopo la brujita Veron torna all'Olimpico. E sembra il giorno dello scudetto, almeno per qualche secondo. Giro di campo, tripudio, Juan Sebastian gol. Con al fianco Lotito.
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Meno male che almeno Veron ha fermato il tempo
L'ex campione biancoceleste ha fatto tornare il giorno dello scudetto negli occhi di tutti i laziali
E' il presidente ad aver riportato il campione argentino in questo stadio. E' lui ad accompagnarlo sotto la Nord per l'ovazione con la maglia numero 23 come premio attorcigliata sul collo: «Volevo ringraziare tutti. Ricordo quegli anni meravigliosi passati qui. Vorrei ringraziare i miei ex compagni e il presidente, senza loro sarebbe stato difficile raggiungere certi traguardi. Ma voglio anche ringraziare voi per tutto l'amore e l'affetto che avete per me. Ho passato due anni meravigliosi. L'amore che avete voi per me, ce l'ho anch'io per voi. Sempre forza Lazio». La “Luce” non si è mai spenta, Veron è tornato a casa. Era da diversi giorni già a Roma, aveva visitato Formello alla vigilia. Ieri ha poi assistito alla partita contro il Sassuolo dalla tribuna, ma non è riuscito a portare fortuna. Il connazionale Correa è entrato dalla panchina e davanti all'attuale presidente dell'Estudiantes ha cercato di mettersi in mostra. Nulla. Quanto sarebbe servita una magia in campo di Veron per ritrovare la vittoria. Invece si ferma al pre-partita e alle immagini delle sue perle (14 reti in due anni) sui maxi-schermi la festa. La Champions di quei tempi adesso diventa una chimera, anche se i tifosi sperano di poter rivivere certe notti di gloria. Juan Sebastian ha riportato negli occhi dei laziali tanta voglia di storia. Il cuore è tornato a battere forte, l'incantesimo dei piedi di Veron è per sempre.
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