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Inter-Lazio, Baroni: “Porto avanti un mio modello di calcio. Non torno indietro”

Marco Baroni, conferenza
Le parole dell'allenatore biancoceleste, intervenuto dopo il triplice fischio del match direttamente dalla sala stampa dello stadio San Siro
Gianluca Mattalini

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È un punto che non fa felici fino in fondo nessuno quelle che Inter e Lazio si spartiscono al triplice fischio di Chiffi. Sono due gol del solito Pedro a permettere ai biancocelesti di riprendere due volte i neroazzurri, avanti con Bisseck prima e Dumfries poi. Al termine della partita mister Baroni ha detto la sua sulla partita intervenendo in conferenza stampa.

Una valutazione sugli episodi arbitrali? Cosa è successo con Inzaghi?

"Io posso solo dire che mi dispiace per l'espulsione sia mia che di Simone (Inzaghi, ndr). Io lo considero un allenatore pazzesco, sta facendo qualcosa di straordinario. Io ho visto tutta la panchina alzarsi e ho solo detto che non potevano alzarsi tutti, il rosso è stato frettoloso: non meritavamo l'espulsione né io né lui. Poi abbiamo visto la partita insieme fuori".

È il campionato dei grandi rimpianti?

"Io nella vita sono abituato che quando dai tutto quello che hai difficilmente poi hai rimpianti. Noi sappiamo che ora c'è una gara da vincere, poi vediamo cosa succede. Come noi avremo una gara complicata anche gli altri le avranno, ma niente toglie al percorso fatto da questa squadra, il mio orgoglio verso i ragazzi. L'Inter ha tutto: fisico, forza e struttura. Ho detto alla squadra di dover fare una partita di spessore tecnico, di spessore mentale, stare dentro la gara. Siamo andati sotto due volte, per me immeritatamente perché abbiamo sbagliato anche delle rifiniture facili. Complimenti ai ragazzi".

Se non ci fosse stato Pedro? C'è la sensazione che gli attaccanti della Lazio abbiano un po' le polveri bagnate?

"Fino a domenica scorsa eravamo il terzo miglior attacco. Io non ho fatto niente di particolare, ho preso Pedro e l'ho rimesso al centro del progetto. Quando alleni un giocatore così, che da tutto in allenamento, in partita. Che è un modello di professionalità, puoi solo metterlo al centro del progetto. Oggi abbiamo parlato prima della gara, doveva partire ma aveva un problemino al tendine. La sua grandezza è anche questa: capire che forse è meglio entrare a gara in corsa. Uno così è un modello da tenere all'interno di una squadra. Giocatori così lasciano il seme che serve a tutti gli altri".

Soddisfatto della stagione? C'è qualcosa in lei che vuole chiarire a fine stagione?

"Quando la palla è in movimento non si cambiano gli obiettivi, non si parla ma si lavora. Forte. Questo sto facendo, la mia concentrazione è solo sulla squadra, Io non sono un celebratore di me stesso, quando io porto dei dati non è per difendere il mio lavoro, a quello ci penserà la società. Io difendo il lavoro della squadra. questo deve fare un allenatore e sempre l'ho fatto. Proteggo i miei giocatori e difendo il loro lavoro: sapevamo che c'è stato un cambiamento importante, cosa detta dalla società e vista anche da voi. Dovevamo creare una forte identità"

Quanto si è arrabbiato sul gol arrivato da calcio piazzato nel primo tempo?

"Noi abbiamo condotto la partita in maniera importante. L'Inter la patiscono tutte le squadre, hanno giocatori di due metri con grande stacco e giocatori che sanno mettere i il pallone con grande precisione, sapevamo che potevamo patire queste cose. Aver messo più centimetri era per arginare questa loro forza".

Ti aspettavi di fare questo campionato?

"Io ho salvato il Verona con delle idee, porto avanti un mio modello di calcio e non torno indietro. Ho avuto una grande opportunità e, come ho detto prima, una cosa posso dire: do e sto dando tutto me stesso".

Andare in Conference lascerebbe qualche rimpianto rispetto alla stagione fatta dalla Lazio?

"Questo è un campionato livellato in alto, lo sappiamo. Io devo guardare il percorso fatto dalla squadra, poi è chiaro che noi ci crediamo ancora e vogliamo farlo fino all'ultimo secondo e poi vediamo cosa succede".