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Lazio, l’epilogo è shock: Lecce corsaro all’Olimpico, la Fiorentina è in Conference
Primo tempo
—Il ritmo all’Olimpico è subito molto alto, i nervi sono subito a fior di pelle: qualche scintilla tra Guendouzi e alcuni giocatori del Lecce dopo neanche un minuto di gioco dopo un fallo comandato da Fabbri. I primi due pericoli alla porta di Mandas li porta Gaspar, che su due imbeccate di Karlsson – prima da calcio di punizione, poi da angolo – colpisce di testa mancando, però, lo specchio.
L’approccio migliore lo ha proprio la squadra di Giampaolo, che dimostra coraggio e attenzione oltre a un baricentro di squadra molto alto. I primi dieci minuti di gioco sono sostanzialmente un monologo salentino. La Lazio si affaccia dalle parti di Falcone solo con un cross di Nuno Tavares dalla sinistra, ma è la pancia di Baschirotto a disinnescare il suggerimento del portoghese a centro area.
Il Lecce insiste nella pressione, al 23’ Gallo raccoglie al volo un calcio d’angolo respinto da Castellanos: una deviazione di Guendouzi sulla traiettoria facilita la presa sicura di Mandas. La Lazio fatica terribilmente a trovare continuità nella circolazione della sfera e, soprattutto, a creare occasioni. Alla mezz’ora ci prova Castellanos su un cross di Nuno Tavares, ma il colpo di testa dell’argentino è velleitario e termina sul fondo.
Reclama poi la Lazio a 33’ per una sbracciata – non ravvisata da Fabbri – di Guilbert ai danni di Zaccagni in area salentina, nella circostanza Guendouzi si fa ammonire dal direttore di gara per proteste. Due minuti Taty ci riprova, stavolta su un cross dalla destra di Marusic: il suo tentativo aereo in arretramento termina alto sopra la porta di Falcone. Un minuto più tardi Pierotti rifila un colpo a Rovella a pallone già scaricato: Fabbri vede tutto e ammonisce l'esterno giallorosso.
Gila prova a sorprendere gli ospiti con un lancio profondo, ma il tentativo in girata di Castellanos è impreciso e diventa quasi un assist. E il Lecce passa al 44’: Gila la combina grossa e consente il recupero alto dei salentini. Krstovic lavora bene al limite e serve Coulibaly con un tunnel a Romagnoli, Guendouzi non riesce ad allontanare e viene beffato dal tocco in allungo del numero 29 giallorosso, al primo gol in questo campionato. I biancocelesti provano subito a reagire dopo la segnalazione di tre minuti di recupero.
Castellanos incorna su un cross deviato di Rovella, ma Falcone è ben posizionato e salva. Quindi la svolta nella gara: Pierotti, già ammonito, stende Nuno Tavares in velocità dopo uno strappo centrale poderoso. Fabbri non ha dubbi: è il secondo cartellino giallo in quindici minuti di gioco e, dunque, rosso per il numero 50 giallorosso. Vibranti le proteste della panchina salentina, verranno anche espulso due collaboratori di Giampaolo – infuriato nella circostanza – prima del duplice fischio di Fabbri oltre a Rebic nel tunnel che porta agli spogliatoi dell'Olimpico.
Secondo tempo
—Al rientro Del Rosso – dopo un primo tempo soporifero dei suoi – non esita a cambiare. Fuori Marusic e Isaksen, dentro Hysaj e l’eterno Pedro. Ne giova, se non altro, l’atteggiamento dei padroni di casa. Al 51’ è ancora Castellanos a tentare il colpo di testa sul cross tagliato di capitan Zaccagni dalla sinistra. Il suo tentativo aereo ha esito in fotocopia con le due chance del primo tempo: pallone alto sopra la traversa della porta difesa da Falcone.
Pedro è tarantolante, il suo ingresso sembra aver dato – ancora una volta – linfa vitale alla Lazio. Al 55’ cerca l’eurogol su una respinta corta di Gaspar su un cross di Guendouzi, ma il suo tentativo mancino è docile e viene bloccato da Falcone. L’estremo difensore dei salentini si esalta poi su un tiro rasoterra di Guendouzi: pallone in calcio d’angolo, gran parata del numero 30 ospite.
Poi ancora Pedro: Gila scarica a centro area dopo una respinta maldestra di Gallo, che. con il corpo, mette in angolo un mancino a botta sicuro di Pedro. Sarebbe, probabilmente, terminato in rete il tentativo dello spagnolo. Giampaolo poi rileva Helgason e Kaba per Berisha e Karlsson. Poi la Lazio ha una chance clamorosa per pareggiarla.
Pedro viene liberato al cross su schema da calcio d’angolo, il pallone resta a centro area ma Dia viene contrato da Baschirotto. Quindi arriva Rovella, che trova però il corpo del senegalese, che involontariamente salva il Lecce. L’ex Salernitana prova a rifarsi al 61’, ma la sua spizzata sul cross con il mancino dalla lato destro della trequarti. Ma il pallone termina su fondo senza ulteriori deviazioni.
Prova a salire in cattedra Nuno Tavares. Prima trova uno strano tiro-cross con un insolito cross con il destro. Il pallone rischia di sorprendere Falcone e scheggia il palo. Poi è delizioso il cross con d’esterno che pesca Castellanos libero sul secondo palo. Ma Falcone si supera e respinge sulla linea il pallone.
Al 67’ i padroni di casa provano a costruire sullo medesimo asse, ma la girata volante del centravanti argentino è qualcosa a metà tra un tiro e un cross e viene gestito dalla retroguardia ospite. Falcone si rende protagonista, questa volta però per reiterate perdite di tempo: beccato dal pubblico di casa, viene correttamente ammonito da Fabbri.
Al 72’ ci prova Pedro ad acciuffare il pareggio con una magia: giocata classica di Zaccagni, che riceve in corsia e si accentra pericolosamente. Servizio per il canario e piatto destro a cercare il palo: il pallone termina di poco fuori alla sinistra di Falcone. Del Rosso cambia ancora: dentro Pellegrini per Nuno Tavares. Giampaolo risponde con Danilo Veiga, che rileva Ramadani. Ci prova addirittura Gila dai trenta metri: la deviazione di Krstovic mette fuori gioco Falcone, ma il pallone sfiora la traversa mette in angolo.
Del Rosso non attende la battuta e sostituisce Zaccagni e Rovella, al loro posto ecco Noslin e Vecino. L’uruguaiano colpisce subito il pallone di testa sul cross di Pedro, ma manda alto. Si fa vedere anche il Lecce: Gallo riesce a scappare in corsia e trova Krstovic a centro area, il colpo di testa del montenegrino viene bloccato senza affanno da Mandas.
All’80’ arriva un altro legno per i capitolini: cross di esterno di Pellegrini e spizzata di Dia che scheggia la traversa. È una sorta di tiro a segno: prima Falcone fa l’ennesima parata di serata sul destro incrociato di Pedro, poi si ritrova tra le mani un pallone girato di tacco da Romagnoli. La Lazio le prova tutte. All’85’ Hysaj avrebbe una chance importante al limite dell’area di rigore, ma cestina tutto con un tiro di controbalzo poco convinto e sbilenco: pallone sul fondo e fischi di disappunto dell’Olimpico.
Giampaolo prova a spezzare il ritmo del forcing biancoceleste, ecco un altro cambio all’88’: fuori l’esausto Krstovic, dentro Burnete. Fabbri concede quindi cinque minuti di recupero, la Lazio deve trovare almeno un gol per confermare la qualificazione alla Conference League mentre la Fiorentina sta vincendo in trasferta contro l'Udinese con il risultato di 2-3. Arriva anche la beffa: Romagnoli prima colpisce Danilo Veiga con veemenza, poi arriva al contatto con Baccini, primo assistente di Fabbri. Il cartellino rosso è inevitabile, la squalifica verrà ovviamente scontata nella prossima stagione ma questo poco importa.
La Lazio non ne ha più, Gila si fa ammonire nel finale e Fabbri comanda la fine del match. La squadra di Baroni chiude come peggio non poteva una stagione iniziata con grande entusiasmo e finita con una beffa assoluta. Svanita la qualificazione alla Conference League in virtù del risultato della Dacia Arena, la Lazio termina senza qualificazione alle competizioni europee dopo otto anni. Mentre Roma e Juventus vincono contro Torino e Venezia, i biancocelesti cedono il passo al Lecce di Giampaolo. Un epilogo triste, forse quanto più non poteva essere.
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