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Lazio-Parma, Baroni: “Vi dico cosa ci è mancato oggi. Ma segnando prima…”

Marco Baroni, conferenza
Le parole dell'allenatore biancoceleste, intervenuto dopo il triplice fischio del match direttamente dalla sala stampa dello stadio Olimpico
Michele Cerrotta

Una Lazio surreale strappa un punto insperato allo stadio Olimpico contro il Parma. Un doppio miracolo tiene vive le speranze di un piazzamento importante in Europa per i biancocelesti. Al termine della gara per commentare quanto visto in campo è intervenuto in conferenza stampa il tecnico Marco Baroni. Queste le sue parole.

Come si spiega tutta questa fatica all’Olimpico?

Io non ho mai cercato alibi. Siamo alla 48esima partita, abbiamo giocatori giovani che non hanno mai giocato così tanto. Paghiamo terribilmente squadre così, con il portiere che ha 7 minuti di possesso. Prendere due gol dopo pochissimi minuti non aiuta. Fra primo e secondo tempo li ho visti ansiosi: veniamo da partite ravvicinate e molto dispendiose. Siamo dispiaciuti per noi e per i tifosi. Ma siamo anche consapevoli di essere in volata: non molliamo e i trenta minuti finali sono la testimonianza. Andremo avanti fino alla fine tutti insieme”.

Qual è la lettura della gara di questa sera?

Io sono feroce nelle analisi. Ne voglio una vera, nei dettagli. Nella natura di questa squadra c’è l’avere poca solidità, anche per il modo in cui giochiamo. La squadra ha cose positive e lacune da provare a eliminare. Prendere un gol al primo affondo, con la palla lanciata da Suzuki che ha questa capacità di allungarti su una pressione alta, significa che dovevamo difendere meglio. L’avevamo preparata. Ma prendere due gol così avrebbe ammazzo chiunque, non noi. È entrato bene Pedro, Vecino e gli altri. Con una squadra che gioca 5-3-2 così cucita e con una linea bassa richiede velocità e lucidità, ma abbiamo fatto fatica. Ci siamo anche fatti portare sull’ansia di recuperarla. Sono dispiaciuto tantissimo, ma siamo in un percorso e ora ci siamo fino in fondo tutti insieme, anche se nessuno ci regala niente”.

Che parole userebbe per lanciare un messaggio di speranza ai tifosi, pensando anche al recupero della Roma?

Di là sono stato di passaggio giovanissimo, qua sono dentro anima e cuore. Ci sono tante partite, la Roma sta facendo punti pazzeschi ma noi ci siamo e vogliamo essere presenti fino in fondo, poi vedremo dove pianteremo la bandiera”.

La spiegazione degli errori a inizio gara qual è? E come si risolve?

Sono d’accordo. Abbiamo preso questa pallonata, dovevamo uscire forte e non l’abbiamo fatto. Ci siamo trovati sfilacciati, vi ho detto perché. Basta rivedere dove manda la palla Suzuki. Volevamo vincere, eravamo in pressione dai primi minuti. Questa palla ci ha allungati e trovati sfilacciati. Lo sapevamo. Ci metteremo dentro analisi e lavoro, ma le squadre hanno anche una natura. E la Lazio gioca sempre, a prescindere. Porta quattro attaccanti in campo ovunque, siamo il terzo migliore attacco e qualcosa paghiamo. Dobbiamo migliorare perché in queste partite finali non c’è margine di errore. In queste partite finali conta l’avere energia e il non mollare mai. Avessimo segnato prima l’avremmo anche vinta”.

È mancato qualcuno che chiudesse le azioni?

Sì, abbiamo bucato tanto a destra e per niente a sinistra. Ci è mancata qualità nella rifinitura, abbiamo bucato anche se non è facile contro queste squadre che stanno basse, schiantate lì a presidiare l’area. Nonostante questo è mancata un po’ di lucidità nella rifinitura altrimenti parleremmo di un altro risultato”.

Parlerà con la società di Pedro?

È un campione senza tempo, bisogna pagare il biglietto per vederlo allenare. Per i nostri giovani è un’opportunità pazzesca: ora è sveglio e reattivo, ha voglia e sapevo che ci avrebbe messo quella carica. L’ha suonata: ha ritmo e vivacità, lo fa anche in settimana. Non credo ci sia un problema Pedro, anzi: posso dire che in questo momento è un giocatore che sta benissimo e ci darà un contribuito fondamentale per arrivare in fondo. Sul prossimo anno valuteremo alla fine, ma so già che Pedro è stimato dall’allenatore, dai dirigenti, dalla squadra e dal presidente”.