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Cancellata la disfatta di Como: la Lazio vince e convince nella prima all’Olimpico, travolgendo il Verona con un 4-0 senza storia. Al termine della gara il tecnico Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.
È l’atteggiamento ciò che la soddisfa di più?
“Prestazione completamente diversa, probabilmente ci ha aiutato molto il fatto che la squadra sentisse moltissimo di dover interrompere il trend negativo casalingo. Una grossa fetta di motivazioni oltre che da Como era dovuta anche a questo. Ma è una fase di stagione in cui alternare buone prestazioni e brutte partite sia parte di tante squadre, può succedere. Non abbiamo fatto un dramma dopo Como, anche se abbiamo analizzato a fondo la sconfitta. Prendiamo per quello che è anche il buono visto stasera. La consapevolezza è che in squadra c’è ancora molto da lavorare”.
Cosa chiede a Castellanos?
“Di fare qualche gol in più sulle palle vaganti in area. Lui fa gol belli, ma secondo me ha in canna qualche gol in più di quelli fatti finora in Serie A. Stasera ha fatto cose importanti, anche dal punto di vista estetico: quella rabona è roba seria. Sta crescendo di condizione, vediamo dove può arrivare fra un mese o due”.
Si è parlato di squadra con poca qualità. È così?
“Più che qualità a tratti manca logicità nelle scelte e di conseguenza fa errori che sembrano tecnici, ma è una questione di scelte. Stasera nel secondo tempo per gestire certi momenti della partita abbiamo abbassato troppo i ritmi”.
Il primo Sarri diceva di usare le conferenze per parlare ai giocatori. Le frasi della vigilia servivano a spronare la Lazio?
“In quel caso no, quei numeri li ho evidenziati anche a loro. La squadra non poteva prenderla male. Non era un segreto”.
Cosa ha provato a tornare all’Olimpico?
“A livello di emozioni è stato un ritorno emozionante. Vedere la reazione dello stadio a inizio partita dopo il 2-0 è qualcosa di forte ed emozionante. Ma dentro di me c’era anche il terrore di non riuscire a portare un risultato a questa gente dopo sette mesi. Grande soddisfazione, ma anche la voglia di portare il tutto in fondo: per la nostra gente stare sei o sette mesi senza vittoria in casa penso sia stato pesante. Era quello il pensiero nella mente”.
Che èpartita è stata?
“Sbloccata velocemente, nei primi 20-30 minuti abbiamo fatto bene portando in campo quanto provato per muovere i loro centrocampisti e saltare un centrale di difesa. Questo ci ha fatto trovare qualche spazio in più. A differenza dell’ultimo periodo ho visto anche attaccare più del solito gli spazi. Ma va preso con le molle quanto visto di brutto così come quanto visto di buono. C’è ancora molto da lavorare, abbiamo giocatori che sono libri da scrivere. Dele-Bashiru e Belahyane non si sa che giocatori potranno diventare. Abbiamo tanti ragazzi che possono crescere, anche Cancellieri può crescere ancora sebbene io l’abbia trovato molto maturato. C’è da fare una crescita collettiva e individuale, con chi ha meno minuti ed esperienza e quindi anche forse più potenziale di crescita”.
Ha deciso i giocatori fuori lista?
“Uno dovrebbe essere Gigot, fermo dai primi giorni di luglio. Non abbiamo ancora certezze. l’altro decideremo nei prossimi giorni, ma probabilmente sarà variabile: abbiamo due slot da qui a dicembre per i cambi. Per il momento faremo una scelta ma non è detto sia definitiva, dipenderà dagli sviluppi nei vari ruoli. Infortuni e campionato ci diranno se dovremo giocarci lo slot”.
È soddisfatto della prova di Rovella da vertice basso?
“Rovella ci dà energia. Ha fame, voglia. Però io di Rovella sarò completamente contento quando gli vedrò fare quanto fatto stasera con un tocco in meno”.
Che sviluppo può avere Belahyane da mezzala?
“Me lo aspettavo più lento ma ha discrete accelerazioni sui venti metri. Può farlo quel ruolo. Potrebbe essere il suo in questo momento della sua carriera, perché è ancora un po’ troppo confusionario per fare il centrocampista centrale da vertice basso, forse ha bisogno ancora di un’evoluzione. E mi ha sorpreso perché a livello di inserimento non è male. Non avrà tanti gol, ma vede gli spazi. Deve crescere, la sensazione è che possa farlo”.
Qual è il ruolo di Noslin nella Lazio? Deve andare a giocare?
“Faccio difficoltà anche io a inquadrarlo. In alcuni allenamenti sembra un esterno, in altri una seconda punta. Ha gamba, un buon atteggiamento. Penso alla fine anche da esterno possa dare una mano. Noi abbiamo una spada di Damocle sulla testa: si rischia di perdere per quaranta giorni per la Coppa d’Africa tre giocatori. Se Dia come è probabile dovesse esser convocato Noslin in rosa in quel periodo sarebbe determinante. Ha istinto del gol, stasera stavo per metterlo poi Marusic mi ha chiesto il cambio per un po’ di dolore agli adduttori e non l’ho potuto mettere”.
Soddisfatto della difesa?
“La linea difensiva nelle esercitazioni lavora benissimo. Poi in partita ancora qualcosa da mettere a posto c’è, non di poco conto. Siamo scomposti nelle fughe, in ritardo nei tempi quando attaccano la profondità. Qualcosa da mettere a posto c’è sicuramente, come anche le distribuzioni sotto la linea della palla. Ci siamo creati problemi anche sul 3-0 oggi, non dovrebbe succedere in certe condizioni di risultato. In questo momento io spesso in allenamento tolgo il riferimento degli avversari perché voglio guardino la palla. In partita è ancora un misto, qualche errore viene fuori”.
Come vede Provstgaard?
“Provstagaard sta facendo bene: è intelligente e ha una forte applicazione. È applicassimo, determinato. Diventerà un buon difensore, con ancora qualche difettuccio da limare. Ma ha tutte le caratteristiche di uno che può finire in Premier”.
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