- Calciomercato
- Squadra
- Lazio Primavera
- Lazio Women
- Coppe Europee
- Coppa Italia
- Video
- Redazione
partite
Vai nel canale Telegram di Cittaceleste >
Al Meazza l’Inter dimostra subito di non fare calcoli di sorta – con sguardo sulla finale di Champions League contro il PSG -. Linea alta, intensità nel palleggio e frequenti interscambi posizionali: Inzaghi prova così a far saltare il banco in casa Lazio. Baroni, prima ancora di poter attuare le dovute contromosse, deve sincerarsi delle condizioni di Gila dopo appena tre minuti di gioco: anticipo netto su Taremi e tocco fortuito dell’iraniano sul piede sinistro del centrale classe 2000, che si accascia successivamente. Dopo l’iniziale spavento, l’ex Real Madrid prosegue regolarmente la sua gara.
Ritmi molto alti e concentrazione alle stelle: i primi dieci minuti scorrono via senza particolari sussulti, sono fasi di studio. La Lazio si fa comunque apprezzare: linee compatte e ben distanziate, i meneghini faticano a trovare fluidità nel fraseggio. Al 18’ i biancocelesti trovano anche lo spazio giusto per provare a colpire, con Isaksen liberato sulla corsia. Gila sovrappone e libera una traccia per Castellanos che l’esterno danese prova a esplorare. Chiude bene un attento Acerbi. Cinque minuti più tardi sempre l’ex Midtjylland viene imbeccato in fotocopia da Rovella, ma dopo un accenno di percussione centrale il suo tocco in profondità viene ancora assorbito dal centrale ex di turno.
La prima vera occasione del match arriva alla mezz’ora di gioco. Calhanoglu sponda bene sul servizio di Barella e innesca Thuram insolitamente aperto sulla fascia destra. L’attaccante francese è bravo a puntare Nuno Tavares e Romagnoli e a stringere il cross sorprendendo tutti e pescando Dimarco a chiudere l’azione sul lato opposto. Il rimbalzo è veloce e complicato, la soluzione mancina del numero 32 nerazzurro pulita ma centrale: Mandas respinge in affanno.
La partita vede anche tanti contrasti, sul finire di frazione la gara sale molto di tono: Rovella viene accerchiato da tre nerazzurri, tra questi c’è Calhanoglu che lo stende in maniera nettamente fallosa a metà campo. Chiffi vede e comanda calcio di punizione, poi ammonisce il turco reo di aver sbattuto il pallone a terra con veemenza per protestare: la sanzione è inevitabile. La Lazio ha poi una buona chance al 41’, che capita ancora sui piedi di Isaksen.
Combinano bene Guendouzi e Vecino, l’uruguaiano innesca il numero 18 che prima serve Castellanos, poi raccoglie la respinta del tentativo dell’argentino murato da Acerbi e prova un mancino molto velleitario, che termina sul fondo. Ma la chance capitata un minuto più tardi sui piedi del danese è clamorosa: palla geniale di Dia alle spalle di Bastoni, Isaksen a tu per tu con Sommer si fa ipnotizzare e calcia sulla figura del portiere svizzero. L’Inter si salva e il gioco del calcio, come spesso accade, si rivela estremamente crudele.
Castellanos si fa ammonire da Chiffi per proteste dopo un fallo evidente ai danni di Mkhitaryan, quindi la beffa: un minuto di recupero concesso dal fischietto di Padova e calcio d’angolo per i padroni di casa allo scadere. Calhanoglu batte a uscire e trova Dimarco, che ci riprova ma colpisce Romagnoli. Il rimpallo premia i meneghini e Bisseck, rapido nella circostanza, è bravo a centro area a insaccare con il piede meno educato, il sinistro, il gol del vantaggio nerazzurro. Una beffa pesantissima per una Lazio propositiva e coraggiosa.
Alla ripresa non ci sono variazioni né lato Inter né lato Lazio. Il primo squillo nella seconda frazione è di marca biancoceleste: serie di recuperi interminabile a centrocampo, mettono ordine prima Romagnoli e poi Isaksen, che imbecca Castellanos sulla destra. Il centravanti ex Girona prova il tiro, contrato: la sfera schizza e raggiunge Dia a centro area, troppo lento a nel battere a rete. La retroguardia di Inzaghi allontana prima la sua conclusione, poi quella di Nuno Tavares a raccolta.
Baroni prova a cambiare qualcosa: fuori Isaksen, dentro Pedro allo scoccare del 53’. Inzaghi fa altrettanto due minuti più tardi e inserisce un altro ex, Correa, al posto di Taremi. La gara vive un momento di stallo, si alternano le fasi di possesso. Chiffi commina un altro giallo al 60’: Dimarco anticipa Gila, il direttore di gara sanziona prima il presunto fallo, poi ammonisce il centrale spagnolo. Vibranti le proteste dell’ex Real Madrid all’indirizzo di Chiffi.
Tre minuti più tardi si ferma Nuno Tavares: contrasto con Barella, che sposta la gamba destra del portoghese. Il terzino classe 2000 perde l’appoggio e avverte la stanchezza pregressa dopo il periodo di stop: non ce la fa, entra Hysaj. Inzaghi, dal canto suo, rileva un Dimarco in debito d’ossigeno: al suo posto dentro Carlos Augusto. Al 69’ la Lazio ha un’altra chance clamorosa a disposizione.
Gila pesca Castellanos alle spalle della prima linea di pressione nerazzurra. Taty trova una grande traccia verticale e innesca centralmente Dia, che a tu per tu con Sommer non riesce a trovare il guizzo giusto e, nel tentativo di anticipare tutti con la punta del piede destro, calcia direttamente a lato. Ma il rammarico biancoceleste, stavolta, dura poco e la ruota gira dalla parte di Baroni.
Castellanos lotta sull’ennesimo pallone vagante a disposizione e innesca Hysaj, che cerca e trova Pedro in area. Buono lo scarico per Guendouzi, che a sua volta riapre per Marusic: il tentativo del montenegrino incoccia il braccio sinistro di Dumfries, che favorisce Vecino solo davanti a Sommer. L’uruguaiano perde il tempo della battuta e appoggia per Pedro che deve solo fare 1-1.
Chiffi, coadiuvato dal primo assistente Meli, annulla nell’immediatezza. Ma il fischietto padovano viene prontamente corretto dalla sala Var di Lissone e il gol viene convalidato: la Lazio pareggia al 72’. Ma la gioia del pari ospite dura poco, appena otto minuti: Romagnoli commette fallo su Thuram e Chiffi commina la terza ammonizione in casa Lazio. E l’Inter trova il gol del nuovo vantaggio.
Calhanoglue pennella sul secondo palo: Thuram si allaccia con Marusic - che finisce a terra – e favorisce l’inserimento di Dumfries, che di testa infila Mandas sul primo palo e fa 2-1. Protesta ancora la squadra di Baroni nella circostanza, il contatto lascia più di qualche dubbio ma Chiffi non ha dubbi e la sala Var conferma: il gol è convalidato.
Un minuto più tardi l’esterno olandese ci riprova con il sinistro, imbeccato in area da Thuram: pallone che dà solo l’illusione del gol al pubblico di fede nerazzurra e trova solo l’esterno della rete. La Lazio ci prova con la forza della disperazione e all’86’ ha la chance per riportare il punteggio in equilibrio.
Pedro crossa dalla destra e trova Castellanos sul secondo palo, l’attaccante argentino controlla con il petto e cerca l’aggiramento di Bisseck con un sombrero, ma stavolta è il braccio destro del tedesco a impedirgli di concludere. Gli ospiti protestano fin da subito, il fallo è evidente: Chiffi viene richiamato al monitor dal duo Di Paolo-Guida e assegna correttamente calcio di rigore. Nella baraonda vengono espulsi Baroni e Inzaghi, beccatisi in precedenza.
Sul dischetto, come contro il Milan, va Pedro. Il canario classe 1987 fa sentire tutto il peso della sua esperienza e incrocia con il destro, Sommer intuisce ma non può deviare: è 2-2 al Meazza. Esecuzione glaciale dello spagnolo, ancora una volta decisivo per la Lazio. Chiffi assegna sette minuti di recupero e Inzaghi prova il tutto per tutto: fuori Calhanoglu, Mkhitaryan e Bastoni per Zielinski, Arnautovic e Calhanoglu.
I minuti di recupero sono vissuti in apnea dai protagonisti in campo: il finale è thriller e i capovolgimenti di fronte continui. L’Inter troverebbe anche il nuovo vantaggio, ma sul gol di Arnautovic c’è l’anticipo netto di Carlos Augusto sul tentativo mancino di Correa a invalidare la posizione dell’austriaco. Il cronometro segna oltre cento minuti di gioco e la gara termina così: la Lazio inguaia l'Inter al Meazza, scivolando al sesto posto in classifica ma ottiene un altro buon risultato in trasferta nonostante i successi di Roma e Juventus dopo una prestazione convincente e concentrata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA