Il prossimo fine settimana vedrà la Lazio scendere in campo sabato sera a partire dalle 20:45 presso lo Stadio Olimpico di Roma. L'avversario dei biancocelesti, in occasione della giornata numero trentatré di Serie A, sarà un Torino ormai piuttosto privo di ambizioni. Per i granata, infatti, quando mancano sei partite al termine del campionato, non ha più molto da chiedere alla stagione. La lotta per non retrocedere è a distanza di sicurezza e i piazzamenti UEFA sono troppo lontani. Tuttavia, la spensieratezza degli uomini di Ivan Juric potrebbe essere un'arma in più a discapito dei biancocelesti che hanno bisogno di rimanere ancorati al treno che porta in Europa League. A poche ore di distanza dal match, i microfoni di Toro News hanno scambiato alcune parole con il doppio ex Angelo Adamo Gregucci. Questo il suo commento:
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Lazio-Torino, Gregucci: “Gara equilibrata. Sarri e Juric? Filosofie differenti”
La prossima sfida in campionato della Lazio sarà in casa contro il Torino. A presentare il match ci ha pensato il doppio ex Gregucci
Sulla sfida
"Mi aspetto una gara equilibrata. All'Olimpico si affronteranno due squadre che stanno vivendo un buon periodo. La Lazio, escluso il derby, ha sfornato prestazioni di un certo livello. Riuscendo ad ottenere risultati assolutamente positivi. Mentre il Torino è da sempre una squadra caparbia. Per quello che i granata hanno fatto vedere nel corso della stagione, meriterebbero di avere qualche punto in più in classifica. Certo, alcuni episodi li hanno condizionati. Soprattutto nel corso del girone di ritorno. Per questo mi aspetto una sfida aperta sabato prossimo".
Su Juric e Sarri
"Juric, per caratteristiche, chiede ai suoi di puntare l'uomo e di cercare il duello. Credo che sia un tipo di approccio legato alla mentalità del calcio italiano. Mentre la Lazio, con Sarri, ha acquisito un modo di giocare molto più strutturato. I biancocelesti ora lavoro sull'apprendimento di certe tracce di gioco. Insomma, Lazio e Torino hanno due mentalità e filosofie differenti: da una parte c'è l'interpretazione dell'uomo, dall'altra la traiettoria. Lo stesso vale per il modo di difendere. Da una parte si cerca il punto di riferimento, dall'altra si punta al reparto".
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