Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’è un giocatore. È Milinkovic

In quel di Riyad tutto è andato storto. La Lazio ci ha rimesso in termini di energie senza avere nulla in cambio – sì, ok, i soldi – e la prova messa in campo contro l’Inter è stata, per usare un eufemismo, remissiva. La Lazio non è mai stata in partita, si è fatta prendere letteralmente a pallonate, ed è tornata in Italia con la coda tra le gambe. Breve ed amara, la trasferta in Arabia degli uomini di Sarri. La nota lieta è stata il sorriso smagliante di Milinkovic-Savic che ha approfittato dell’arrivo delle Aquile per andare a fare un saluto ai suoi vecchi amici.

Ti aspettiamo lì, Milinkovic

I colleghi che lo hanno intercettato gli hanno carpito poche e lapalissiane parole:“Certo che mi manca la Lazio” ed Il Messaggero ha pure aggiunto che ci sarebbe stata una mezza confessione del serbo fatta ai suoi vecchi compagni di squadra. Una voglia di tornare. Questo è bastato ad infiammare le fantasie di tifosi che non hanno mai dimenticato il loro beniamino: ancora amato nonostante l’addio perché mai irriconoscente nei confronti della Lazio. Ed i laziali amano chi ama la Lazio, per sempre. Difficile dire al momento se davvero potranno esserci le condizioni – un giorno, chissà quando – per il ritorno del Sergente. Ma sappiamo per certo che noi saremo laggiù ad aspettarlo. Perché quella di Sergej è - scriverebbe Rumi - un’idea che va ben oltre i concetti di giusto e sbagliato. È un’irrazionale ed inspiegabile spinta d’amore per una leggenda della storia laziale.

(Ma non c’è nulla)

E per stemperare questa follia d’amore, meglio specificare che non c’è nessun discorso in ballo per un ritorno di Milinkovic-Savic. Ma non è detto che mai ci sarà. Quindi tanto vale evitare voli pindarici. Qualora fosse, questo è certo, noi saremo laggiù. Oltre le idee di giusto e sbagliato.

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