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Focus Lazio: La ripartenza passa dall’Europa League

Lotito e Tare

Senza i soldi dell'Uefa, il club andrebbe incontro a un ridimensionamento. Ma è necessario che ognuno si prenda le proprie responsabilità

redazionecittaceleste

A questo punto del campionato, per andare in Europa League servirebbe quasi un miracolo. Un miracolo necessario per poter trovare risorse utili, essenziali, imprescindibili. Il bilancio della Lazio va riequilibrato, i numeri di fine marzo sono evidenti, ma non ancora definitivi. Il disavanzo, comprendendo la rata di aprile da versare all’Agenzia delle Entrate, sarà ancora più aspro. E allora? Addio top player, con Milinkovic e qualche altro già con le valigie in mano. I danni delle ultime campagne acquisti hanno portato a questo, azzerando quanto di buono era stato fatto in chiave mercato prima con Pioli in panchina, e inizialmente anche con Simone Inzaghi.

L’Uefa con la partecipazione all’Europa League garantisce almeno una decina di milioni di euro. Diritti televisivi, ma non solo. Il resto della quota ricavi è variabile: e arriva dal percorso che la squadra riesce a compiere, e ovviamente dalla biglietteria. Le risorse possono arrivare anche a dodici, quindi ci milioni di euro. Una cifra considerevole, che andrebbe a risolvere quasi il 50% del disavanzo dei conti societari. E’ ovvio che senza qualificazione in Europa League, la Lazio è destinata a ridimensionare le proprie ambizioni sportive, vuoi per la politica dell’autofinanziamento intrapresa dal presidente, vuoi perché il presidente stesso non ha intenzione di sostenere un aumento di capitale risolutivo.

Per rilanciare la Lazio serve un miracolo economico che passa, ancor prima, da un miracolo sportivo. La squadra di Sarri dovrebbe quanto meno conquistare 13 dei 15 punti in palio che saranno a disposizione dei biancocelesti da qui alla fine della stagione. Ma in questo campionato, la Lazio non ha mai trovato continuità, non è mai riuscita a vincere più di due partite consecutive. Il presidente Lotito ha le sue colpe, ma rappresenta un ampio ombrello sotto al quale talvolta si riparano tutti: dal direttore sportivo, all’allenatore, ai giocatori. L’indice delle accuse è puntato sempre e soltanto su di lui. E’ una situazione di comodo, una confort zone alla quale il responsabile della Lazio dovrebbe mettere fine, accompagnando - se necessario - qualcuno alla porta.