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Ex Lazio, Di Vaio: “Peccato essere andato via. Lotito ha provato a farmi tornare”

Peruzzi e Di Vaio

Marco Di Vaio, in attesa della sfida che vedrà i biancocelesti giocare contro la Juventus, è tornato a parlare della sua Lazio

redazionecittaceleste

Per Lazio e Juventus è arrivato il momento di affrontarsi in campionato. Negli ultimi anni l'incontro tra i biancocelesti e i bianconeri è diventato un classico della Serie A che ha raggiunto probabilmente il suo picco più alto degli ultimi anni durante la stagione 2019/20. Quella interrotta dalla pandemia che vide i capitolini contendere con le unghie e con i denti lo scudetto alla Vecchia Signora. A distanza di un paio di campionato, però, le cose sono cambiate. L'incontro di oggi pomeriggio alle ore 18:00 vedrà i capitolini affrontare una diretta concorrente per il quarto posto. Piazzamento valido per accedere alla prossima fase a gironi della Champions League. In attesa di assistere all'incontro, i microfoni de Il Cuoio hanno intervistato il doppio ex Marco Di Vaio. L'ex centravanti di Lazio e Juve ha tirato fuori alcuni interessanti aneddoti legati alla sua carriera da calciatore. Queste le sue parole:

Marco Di Vaio in Lazio-Bologna

I tecnici più significativi

"Giocare per la Lazio è stato il coronamento di un sogno. La mia famiglia è laziale, mio padre mi portava allo stadio. Eravamo tutti legatissimi ai colori biancocelesti. Già aver fatto parte delle giovanili è stato per me motivo di grande orgoglio. Poi, esordire in prima squadra è stato il massimo. A lanciarmi è stato Zeman. Alla Lazio sono stato fortunato a lavorare con tecnici come lui e Caso. Mi hanno aiutato molto. Mimmo mi ha aperto un mondo diverso, portandomi a ragionare da semiprofessionista. Il boemo mi ha invece fatto crescere fisicamente e mentalmente".

Vicino al ritorno alla Lazio

"Sono rammaricato di aver lasciato il club. Era una delle squadre più forti d'Europa. Fui molto vicino al ritorno a Roma, era la Lazio di Lotito e Sabatini. Venivo dall'esperienza al Valencia e i biancocelesti si interessarono a me. Tuttavia, avevo uno stipendio incompatibile con il monte ingaggio di quella squadra".