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Si conclude la prima parte del ritiro: gettate le basi per la Lazio di Sarri

La squadra ad Auronzo

Diciotto giorni ad Auronzo tra nuove abitudini e duro lavoro: i biancocelesti iniziano a scrivere il nuovo futuro

redazionecittaceleste

Non è sicuramente cosa facile, dopo cinque anni vissuti con il dogma costante della difesa a tre, passare a una linea a quattro. E non lo è in particolar modo se il direttore d’orchestra, nonché maestro di cantiere, si chiama Maurizio Sarri. Non c’è niente che venga lasciato al caso con il nuovo allenatore biancoceleste. Ogni dettaglio è studiato con cura maniacale e la stessa attenzione è richiesta a ogni singolo giocatore. Non sono stati diciotto giorni semplici, quelli di Auronzo. Ma sono state queste due settimane e mezzo a far prendere vita alla Lazio di Maurizio Sarri.

 Maurizio Sarri

Nuove abitudini

Le differenze non si sono viste solo a livello tattico, ma anche nell’approccio alla preparazione. La prima cosa che salta all’occhio è l’addio alle corse intorno al lago di Misurina: misura tanto cara a Inzaghi quanto rifiutata da Sarri. Che, rispetto al tecnico piacentino, è stato anche molto più presente in mezzo al campo. Come riporta il Corriere dello Sport, infatti, se Inzaghi delegava alcune fasi dell’allenamento ai collaboratori, Sarri non si è distratto nemmeno per un istante. Da curatore maniacale del singolo dettaglio, il tecnico biancoceleste ha diretto ogni singolo istante del ritiro, mettendo sempre al centro del lavoro il pallone. E mentre dall’alto i droni catturavano ogni singolo movimento, a terra Sarri dava spettacolo dirigendo i suoi giocatori: “Randellate quella palla, andategli incontro e mangiatela”.

Maestro e papà

Un doppio ruolo, quello che si è trovato a ricoprire Sarri. Da maestro-allenatore, ovviamente, pronto a catechizzare i suoi giocatori, come quando ha ripreso Moro per alcune giocate poco concrete, e ad ascoltare qualsiasi dubbio. Come quello di Milinkovic: “Mister, non ho capito niente”, confuso dopo la richiesta di un preciso movimento. Ma anche un ruolo da papà-psicologo: sia grazie al confessionale espressamente richiesto, ma anche sul terreno di allenamento, a causa di tifosi un po’ troppo goliardici. “Se vi sento dire un’altra cosa su Muriqi faccio andar via tutti”, ha detto Sarri, facendo partire gli applausi. Gli stessi che, si spera, potranno partire quando prenderà il via il campionato e la Lazio di Sarri proverà a scalare la classifica.