cittaceleste news Keita: “L’arrivo alla Lazio, il ‘fratello maggiore’ Inzaghi e la Juve: vi dico tutto”

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Keita: “L’arrivo alla Lazio, il ‘fratello maggiore’ Inzaghi e la Juve: vi dico tutto”

Lazio Keita
Le parole dell'ex attaccante biancoceleste, oggi al Monza, che ha ripercorso i momenti salienti della sua esperienza alla Lazio e non solo
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervenuto ai microfoni di El After nel corso di una lunga intervista, Keita Baldé Diao ha ripercorso tutta la sua carriera, partendo dalle giovanili del Barcellona e dal "castigo" con il Cornellà passando fino al suo arrivo nella Capitale, sponda Lazio, e all'addio direzione Monte Carlo. Queste le parole di Keita: "Arrivai alla Lazio nel 2011. Dicevano che fossi pazzo ad andarmene da Barcellona, lì c'era il miglior club al mondo. In quel periodo e altri compagni de La Masia avevamo lasciato il Barcellona, era una cosa molto rara per quell'epoca.

Passai alla Lazio, in cerca di fortuna. Faccio il primo anno con la Primavera, vinciamo sia lo Scudetto che la Coppa Italia. Fui anche premiato come miglior giocatore della stagione e la Lazio mi ha promosso in prima squadra a diciotto anni. C’erano grandi veterani come Klose, Cissè e Floccari, che oggi è il coordinatore tecnico al Monza con me. Io e Bellerin lasciammo Barcellona, lui andò all’Arsenal e io alla Lazio. Eravamo diventati professionisti, alcuni capirono che si poteva anche lasciare il Barcellona. Al mio arrivo, la Lazio mi diede tutto l’amore e la fiducia di cui avevo bisogno.

Aveva pagato 300.000 euro per prelevarmi dal Barcellona, aveva un piano per me. Vedevano qualcosa in me. In quel periodo la Serie A era uno dei campionati più anziani al mondo. Non c’erano giovani, c’eravamo solo io, Pogba, El Shaarawy, Niang e Balotelli. Questo era, non come oggi. Ci sono stati compagni che mi hanno aiutato, altri che mi entravano duro in allenamento. Oggi io quando vedo un giovane lo abbraccio, lo tratto come un figlio. Razzismo alla Lazio? Assolutamente no, tutto il contrario. Ero il golden boy, ero il più amato. Mi paragonavano alle stelle della loro storia, parlo di Nesta, Veron, Nedved, nomi così.

E avevo 19 anni. Alla presentazione della squadra stavo io al centro, e sono nero. Io non ho mai avuto alcun problema. Il mondo si era accorto di me, io ero molto tranquillo. Alla Lazio mi divertivo, non avvertivo tanto la pressione. Sentivo di avere il mondo ai miei piedi in una città storica come Roma, lì c’è una rivalità importante con la Roma. Notavo tutto, ma non soffrivo di certo quella situazione. Dopo il primo anno ho ricevuto alcune proposte: c'erano tanti interessi dall'Inghilterra, su tutti quelli di Tottenham e Arsenal. Ma io stavo benissimo in Italia e volevo continuare lì.

Pioli? Mi ha tolto un po’ di libertà, mi chiedeva di marcare e difendere senza palla. Su alcune cose non ci capivamo, per altre si. Resta un allenatore di livello assoluto e che capisce molto di calcio, una persona molto preparata. Inzaghi per me è stato un fratello maggiore, mi ha insegnato tantissimo e ci siamo dati tantissimo. Mi ha dato responsabilità e la scelta ha pagato. Era l’anno in cui volevo andarmene, ma io comunque continuavo a segnare e fare assist. Dovevo andare alla Juve, eravamo d'accordo su tutto. Mancava solo il via libera della Lazio. La Juve aveva Pogba, Tevez, Morata e altri, i giocatori più forti in assoluto.

Avevamo già concordato un contratto di cinque anni. Mi dicevo che se avessi lasciato la Lazio, sarebbe stato solo ed esclusivamente per andare alla Juventus. Era la squadra più forte in Italia e tra le migliori in Europa. Avevano provato di tutto. Ci abbiamo provato su tutti i fronti. Ma tra Juventus e Lazio era una guerra, come tra Barcellona e Real Madrid. A un certo punto, la Lazio ha venduto Stephan Lichtsteiner alla Juventus e la dirigenza ha poi detto che non avrebbe mai più venduto un giocatore alla Juve. Erano stufi che la Juve vincesse tutto e avesse i giocatori migliori e il presidente Lotito, che già era stato contestato, non aveva intenzione di essere ulteriormente criticato cedendomi alla Juventus".