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Antisemitismo, Gravina: “Dalla Lazio un atto d’amore”. Lotito: “La Nord? È sbagliato…”

Lotito e Gravina
Le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina, del Ministro per lo Sport Andrea Abodi e del patron Lotito sulla questione antisemtismo

redazionecittaceleste

Tiene ancora banco la questione sugli atti antisemiti emersi durante il derby e che hanno preso, purtroppo, il ruolo dei protagonisti a discapito delle emozioni che la stracittadina è classica regalare. I fatti questa volta hanno fatto ancor più rumore con più di un tifoso che non avrà più la possibilità di accedere allo Stadio Olimpico. Intervenire per bloccare quest'onda di ignoranza deve essere l'imperativo ma non esclusivamente per la Lazio o per la Roma ma per ogni società di calcio, dalla Serie A fino alle leghe minori, per estirpare un male non necessario e anacronistico. SkySport attraverso lo speciale "Contro gli Ebrei: viaggio nell’antisemitismo nel calcio" ha voluto affrontare questa tematica. Tanti gli interventi tra i quali quelli del presidente della Lazio Claudio Lotito, del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e il presidente della FIGC Gabriele Gravina:

Gabriele Gravina: "Ritengo che il branco è un branco di idioti e soprattutto in questo non c'è forza. È un modo come un altro per mascherare una debolezza del singolo che poi si trasforma in questi grandi attacchi e manifestazioni di inciviltà. L'atto della Lazio è un atto di maturità, un atto di responsabilità, un atto d'amore perché quello che viene indicato come principio di applicazione del codice etico è un atto d'amore verso lo sport. Ci vuole un atto di coraggio. Coraggio nel capire che chi non denuncia è convivente con questi soggetti."

Andrea Abodi: "È un tema sul quale non bisogna mai abbassare l'attenzione, mai minimizzare. C'è purtroppo una conferma triste, insopportabile, che certi fenomeni di sotto cultura si manifestino ancora sotto varie forme. Bisogna intervenire assolutamente come ha fatto la Lazio. Come faranno certamente anche altre società se si dovessero trovare nella stessa situazione tanto più dopo questa esperienza molto indicativa. Mi aspetto che il codice etico sia rivolto non soltanto ai tifosi ma anche alla componente calcistica in tutte le sue articolazioni. Quando si dice che è un problema culturale sembra essere una modalità per buttare avanti il pallone e affrontarlo nel tempo.

Noi dobbiamo avere la capcità invece di intervenire nell'immediatezza: la tempestività è un fattore decisivo. All’estero si ha la sensazione che ci sia la tempestività dell’intervento e della discriminante. Se vuoi stare allo stadio ti devi comportare bene, se vuoi essere considerato un tifoso devi comportarti come tale. Io non sono fiducioso ma come primo dato sono determinato. Poi senza fiducia la speranza non si alimenta ma la determinazione con la quale sono convinto che si debba migliorare lavorando insieme mi porta a dire che ce la possiamo fare così come ci sono riusciti altri paesi europei ".

Claudio Lotito: "Questa è la prosecuzione di un percorso iniziato tanti anni fa. Innanzitutto bisogna fare degli stadi che siano strutturalmente organizzati. Perché quando lei va in uno stadio che è organizzato: che ha delle misure di prevenzione, anche tecnologiche, oltre all’organizzazione dello stadio stesso che è diviso in settori è più facile individuare le persone che dovessero compiere atti non in linea con il rispetto delle regole, aiuta molto. L’organizzazione è un aspetto pratico e materiale. Noi dobbiamo prima prevenire per evitare che si verifichino certi episodi. Poi se si dovessero verificare bisogna avere la possibilità di reprimere e di poter isolare certa gente che non deve diventare un punto di riferimento. Ecco perché chiudere la Curva, nel caso della Lazio, sarebbe creare un riferimento e favorire le persone che non rispettano le regole".