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ESCLUSIVA – Hernanes: “Brava Lazio, ora continuità. Che calore i tifosi!”

Il Profeta Hernanes
La redazione ci Cittaceleste.it ha contattato in esclusiva Hernanes, perno del centrocampo laziale dal 2010 al 2014. Le parole del Profeta:

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Di Gianluca Mattalini

Tre stagioni e mezzo in biancoceleste, dall'agosto del 2010 al gennaio del 2014, in mezzo l'indimenticabile successo del 26 maggio 2013 nella finale di Coppa Italia contro la Roma. Anderson Hernanes de Carvalho Viana Limam, meglio noto semplicemente come Hernanes è stato uno dei perni del centrocampo della Lazio durante la sua esperienza in biancoceleste. Fisicità e talento, indubbiamente il Profeta con la maglia della Lazio ha espresso al massimo il suo talento. Nel club dei centenari della Lazio (156 presenze in tutte le competizioni), autore di 41 gol e 22 assist in biancoceleste la redazione di Cittaceleste.it ha contatto in esclusiva Hernanes:

Grazie per la disponibilità. Allora per cominciare come va la sua attività extracampo?

"Allora, il resort va molto bene, in questo momento siamo chiusi e riapriremo il 9 febbraio. Comunque mi piace molto, mi sto prendendo anche delle soddisfazioni: faccio il sommelier (ride ndr) e servo il vino. Sono sempre lì in prima persona e molte persone vengono anche per conoscermi ed è una cosa bella. Mi sto togliendo belle soddisfazioni anche in questo campo".

Ieri contro il Milan forse la miglior partita della gestione Sarri: una Lazio dominante per 90 minuti. Ora la squadra e terza: dove può arrivare questa squadra? E ha ancora margini di crescita?

"Questa Lazio sicuramente ha tutte le possibilità per arrivare in zona Champions. Dopo il Napoli io vedo la Lazio, l'Inter e il Milan. La Roma la vedo comunque un po' sotto rispetto a queste squadre mentre la Juventus ora non c'è più visto questa penalizzazione. La vera crescita che può e deve fare la Lazio adesso è mantenere questo tipo di prestazioni. Ora sono stati ancora un po' altalenanti quindi questo deve essere il salto di qualità che la Lazio può e deve fare".

Felipe Anderson e Marcos Antonio, l’anima brasiliana della Lazio rimane intatta. Tuttavia se Felipe è uno dei perni della squadra, Marcos sembra ancora in una fase di adattamento. Quanto è difficile adattarsi alla Serie A e cosa può fare per cresce e diventare un elemento importante per la squadra?

"Adattarsi alla Serie A non è facile, bisogna poi vedere quali sono le dinamiche interne con l'allenatore e con lo schema di gioco. Arrivare in Serie A e adattarsi poi al modo di gioco che ha Sarri non è per nulla semplice quindi bisogna avere pazienza. Marcos Antonio è un giocatore che ha molta qualità quindi penso che possa fare bene con la Lazio e anche in quello che Sarri vorrà da lui".

Era all’Olimpico al derby deciso proprio da Felipe, poi la festa sotto la Nord. Che emozione è stata? E quale derby (26 maggio escluso) ha più a cuore?

"Un'emozione bellissima dopo tanti anni. Tornare a Roma, all'Olimpico e festeggiare una vittoria così, sotto la Nord con i tifosi è stato veramente da sogno. Il derby a cui sono più legato oltre al 26 maggio è quello della mia prima vittoria in un derby (2-1 il 16 ottobre 2011 gol di Hernanes e Klose ndr), ma da non escludere anche quello dove feci il gol più bello della mia vita (1-1 l'8 aprile 2013 ndr). Anche quello è molto speciale".

I tifosi ieri hanno spinto ancora una volta la squadra. Che sia in casa o in trasferta sembrano non voler lasciare mai la squadra. Quanto saranno importanti secondo lei per il continuo della stagione?

"I tifosi continuano a supportare sempre la squadra. Sono sempre lì dietro a incitare, ad appoggiare e a dimostrare il loro affetto, il calore che li contraddistingue. Sicuramente saranno la marcia in più della Lazio, daranno dell'energia in più alla squadra".

Visto quello che è stato il nuovo stop di Immobile, la società dovrebbe intervenire sul mercato con un vice o l’impiego di Felipe al suo posto può permettere alla Lazio di provare a coprire altri ruoli (come il terzino sinistro)?

"Io sono del parere che le cose vanno fatte per bene, non essere attendisti. Se c'è un'urgenza si deve andare a intervenire in maniera più decisa. Tuttavia se c'è un giocatore del livello di Felipe Anderson che sta facendo veramente tanto bene per me si può avere anche un po' di pazienza, magari aspettare la prossima stagione e valutare ora per bene chi e cosa andare a cercare per poi portarlo a casa".