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Lazio News – Cavanda: “Mi hanno negato la medaglia del 26 maggio”

Cavanda

Le parole dell'ex difensore biancoceleste, che si è raccontato tra esordi e rapporti con società, tecnici e vecchi compagni, ma non solo

redazionecittaceleste

È intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia l’ex difensore biancoceleste Luis Pedro Cavanda. Con la maglia della Lazio fino al 2015, è tra i vincitori della Coppa Italia del 26 maggio, ma proprio a riguardo ha raccontato un interessante retroscena. Di seguito tutte le sue parole. “Da dove provengo io le treccine sono lo stile che si ha sin da giovani. Sia in Belgio che in Francia. Ricordo l’esordio contro il Milan, fu una sorpresa. Non facevo parte dell’undici titolare, ma poco prima della gara Foggia mi disse: ‘Svegliati che stasera giochiamo io e te’. Reja mi chiese come stavo, in quelle situazioni non puoi dire di no. Ero molto contento per la mia prima gara da titolare: ero entrato contro la Sampdoria, poi giocai dall’inizio contro il Milan. Fu una grande emozione vedere Ronaldinho, Pirlo, Seedorf: è una delle gare in cui mi sono più emozionato.

Zarate

Al mio arrivo mi allenavo con la Primavera. Ricordo Zarate, era un giocatore spettacolare in grado di fare qualsiasi cosa. Nelle prime che ha giocato segnava sempre, poi ha avuto alcune divergenze con la società e alla fine ha rotto con la Lazio. Un confronto con Felipe Anderson? Sono diversi. Io sento ancora entrambi, però non riesco a paragonarli. Felipe Anderson ci ha messo un po’ prima di fare la differenza, Zarate invece l’ha fatta da subito. Ma rimanere al top è difficile. C’è una cosa del 26 maggio che non mi è andata giù. Non ho ricevuto la medaglia di Coppa Italia. Non ho giocato semifinale e finale, ma ricordo bene che giocai l’intera gara con il Siena. Però successivamente fui messo fuori rosa. Sono stato alla Lazio sin dagli allievi nazionali, è stato un gesto che non mi è piaciuto.

Tare e Lotito? Il rapporto tra i tifosi e il presidente è sempre stato un po’ difficile. Personalmente non ho mai avuto un rapporto stretto con Lotito, parlavo invece con Tare di determinate cose. Ricordo che con lui il rapporto era da uomo a uomo, ci siamo sempre detti ogni cosa sia nel bene che nel male. Gli allenatori? A Reja non piacciono i giovani, predilige invece giocatori con più esperienza. Mentre con Pioli mi sono trovato, ma ci è voluto un po’ di tempo. Lo Scudetto? Lo vince il Milan per me. Prima vinceva sempre la Juventus, ma il Milan resta comunque una delle squadre più importanti al mondo”.