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Lazio, Fabiani: “Immobile? Le cose stanno così. Su Tavares e Greenwood…”

Fabiani
Le dichiarazioni del Direttore sportivo Angelo Fabiani in sala stampa da Formello sulle situazioni legate al mercato sia in entrata che uscita
Stefania Palminteri Redattore 

Tante le situazioni da risolvere in casa Lazio specialmente in ottica mercato. Su tutte, quella legata a Ciro Immobile, che sembrerebbe vicino all'addio dopo quasi nove anni in maglia biancoceleste. Per questo, il Direttore sportivo Angelo Fabiani è intervenuto in sala stampa.

Qual è la situazione legata a Immobile?

"Io sono abituato ad agire quando ci sono le carte, quando c'è una richiesta ufficiale. Qualora dovesse arrivare, la società ne prenderà atto e valuterà cosa fare. Io ho fatto una richiesta per un calciatore a una società l'ho fatta a livello formale, e a livello formale mi hanno risposto. I se e i ma lasciano il tempo che trovano. Ci troviamo davanti a un giocatore che ha fatto la storia della Lazio, un campione. Va trattato con le dovute maniere: se arrivasse una proposta ufficiale del Besiktas, la società ne prenderà atto e si muoverà di conseguenza".

Un addio a zero è contemplato?

"Il giocatore non ha chiesto questo. Durante la mia gestione non ho mai messo alla porta nessuno: chi ha lasciato lo ha fatto per sua volontà. Anche in questo caso quindi, qualora accadesse, sarebbe per volontà del calciatore. Da parte della società c'è stima anche dell'uomo, non solo del giocatore. Noi ragioniamo per dati oggettivi".

Su Tavares...

"E' un elemento che interessa molto alla Lazio. Ci sono delle corrispondenze tra le due società sull'accordo, trovato già ieri, ma bisogna mettere d'accordo tante componenti. Sono più che fiduciosa della buona riuscita dell'affare, per scaramanzia non mi spingo oltre con le parole".

Quando si lancia una rivoluzione si lancia una previsione: questo progetto ha una prospettiva immediata?

"Stiamo proseguendo nel cambio generazionale. Penso che siamo già al decimo calciatore, considerando anche lo scorso anno, nuovo e pronto al ricambio. I cicli si basano sugli anni, massimo tre. Non sappiamo quali saranno i risultati, ma sappiamo quali sono i modelli da seguire sia in Italia che all'estero. Mi assumo tutte le responsabilità in questo senso: sono convinto del lavoro che stiamo facendo, poi i risultati ci diranno se la strategia intrapresa è quella giusta".

Su Greenwood...

"Già lo scorso anno lo stavamo trattando, siamo ancora in contatto con il Manchester. Ci sono ancora tutt'ora azioni di disturbo ma è parte del calciomercato".

In attesa di chiarire, Immobile partirà per il ritiro? La Lazio ha speso tanto per Noslin...

"Un vostro collega ha detto una cosa non vera. Un conto è dirigere un giornale, un altro è fare il calciomercato. Ederson lo avevo pagato 6 milioni, dopo pochi mesi è stato pagato 22 dall'Atalanta. Il prezzo lo fa il mercato, non le squadre. Su Ciro spero possa rimanere, sarò sempre un suo tifoso. Immobile rimarrà nella storia della Lazio, qualora partisse ci porremo il problema. A oggi lui è parte integrante di questa squadra ed è i convocati per Auronzo".

Si parla tanto dei giocatori offensivi, ma cosa manca a questa Lazio per essere completa?

"Non ci sono giocatori incedibili. Quello che ci premeva era mettere in condizione il nuovo allenatore di partire con tutti i giocatori effettivi e la copertura dei ruoli. Mancherebbe il terzino sinistro, ma c'è Pellegrini, c'è anche Marusic che può ricoprire quel ruolo. Il ritiro si può affrontare al meglio, ma manca oltre un mese e mezzo alla chiusura del mercato e vedremo cosa potremo fare ancora".

Lotito ci ha detto che la contestazione non interessa. Voi avete fatto autocritica?

"Io non ho inventato il calcio. Non lo ha fatto neanche Sarri. Ognuno di noi ha la propria dialettica. Per quanto riguarda lo scorso anno le responsabilità erano mie, il mercato non lo fa Lotito. Quest'anno ho avuto più tempo a disposizione per operare: quello che ho chiesto al presidente, di comune accordo con il tecnico, era proprio questo. Sulla contestazione dico che è uno stimolo nel fare sempre meglio, traggo sempre degli stimoli importanti. Ma parlo a livello personale. Viviamo in uno stato democratico, protestare è una cosa lecita e non ho visto incidenti. I tifosi hanno rivendicato le loro idee e ragioni, da parte mia mi auguro di poter smentire certe idee".

Ha detto di avere avuto più tempo per la campagna acquisti: cosa ha portato la Lazio a puntare su Dele-Bashiru?

"E' una sorpresa ma per voi, ci sono pochi video in giro. Noi lo abbiamo studiato affondo, non in una settimana o due. Lui ha delle performance incredibili, ma non è una mia opinione. Lo abbiamo seguito anche dal vivo grazie a qualche nostro osservatore. Credo abbia le giuste caratteristiche per giocare nel calcio di Baroni, sia davanti che dietro. Abbiamo fatto questa scelta e siamo contenti. L'unica cosa che chiedo è di avere pazienza e di stare vicino a questi ragazzi, hanno molto da dare".

E' ottimista su Greenwood? E in che modo si può inserire nella Lazio?

"I ruoli sono intercambiabili. Lo ha detto anche Noslin nella sua conferenza stampa di presentazione, è nell'idea di Baroni. Le partite saranno tante, abbiamo bisogno di tanti giocatori. Non parlerei di cessioni o esuberi, ma di funzionalità in una stagione lunga e impegnativa. Io sono nato ottimista".

Zaccagni e Hysaj arriveranno ad Auronzo?

"Credo che qualcuno lo rivedremo prima del tempo, ma non ci sono date ufficiali".

Greenwood sarebbe la ciliegina sulla torta, ma è l'unico obiettivo?

"Il mercato non dorme mai. Credo di aver risposto".

Ha parlato di pazienza: qual è l'obiettivo stagionale?

"Io dico che nella vita non conosco una persona che parte battuta. Non so quale sarà il nostro meglio, ma sono fiducioso del lavoro intrapreso. Ora vogliamo una cultura calcistica diversa rispetto a prima. Ora attacchiamo la profondità con gente di gamba, fisicamente strutturata tenendo meno palla. Ora il calcio si basa sulla fisicità, basta guarda in giro per Europa. Ogni Nazione ha la sua storia, noi dobbiamo un po' cambiare la nostra e guardare dove si fanno bene le cose. A questo ne porterà beneficio anche il nostro campionato, so che i nostri tifosi si divertiranno nei prossimi anni. Abbiamo preso ragazzi giovani che hanno tanta voglia di giocare a calcio".

Ha parlato di modelli da seguire: un commento sul settore giovanile biancoceleste

"Questa è una domanda che sono contento mi sia stata posta. Quando si parla di un qualcosa bisogna sapere come stanno le cose. Dutu non ha voluto rinnovare il suo contratto, era affascinato dalla possibilità di giocare con il Milan. Sardo ha avuto molto risalto mediatico, anche chi lo gestisce ne ha approfittato. La norma dell'apprendistato ha rimescolato le carte in tavola".