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Hernanes: “La Lazio merita la Champions, che emozione il 26 maggio”

Il Profeta Hernanes
L'ex calciatore biancoceleste, passato a trovare la sua ex squadra a Formello, ha rilasciato delle dichiarazioni ai canali ufficiali del club

La Lazio lavora sul campo d'allenamento, nel centro sportivo di Formello in vista del match contro il Torino. La squadra di Sarri è concentrata sul campo per farsi trovare pronta all'appuntamento contro i granata. Seduta d'allenamento presenziata da un ospite speciale. Nel pomeriggio, infatti, è tornato a Formello l'ex centrocampista biancoceleste Hernanes. Il Profeta, con la compagna, si rivede nel centro sportivo biancoceleste, dove si è trattenuto a colloquio con Tare e i brasiliani della rosa, Marcos Antonio e Felipe Anderson, suo compagno alla Lazio per una stagione. Hernanes si è poi fermato a parlare anche con Maurizio Sarri nel corso dell'allenamento biancoceleste.

Cos'è cambiato nella Lazio dall'ultima che sei venuto qui?

"Sono passati un po' di anni, ben nove, da quando sono andato via da Formello. Non ho chiesto a Sarri se posso giocare, squadra che vince non si cambia. La Lazio sta andando bene, non tocchamo nulla (ride, ndr). Mi piace vederla giocare, oggi ho avuto la fortuna di assistere all'allenamento del pomeriggio e mi sono divertito. È cambiata mentalità: quando c'ero io si giocava a due tocchi. Oggi si gioca a un tocco. Mi fa piacere vedere la Lazio così in alto in classifica, ci è arrivata grazie alla costanza".

Manca poco al 26 maggio, che ricordi hai di quel giorno?

"È una grande data che è entrata nella storia, un giorno specialeche si festeggia ancora. Una delle gioie più belle in carriera. Ho sempre avuto una connessione con la Lazio, il mio film preferito è il Gladiatore e mio figlio si chiama Massimo. Quindi c'era già questa connessione, sentivo la sensazione che stavamo per fare qualcosa di storico". 

Hai qualche rimpianto della tua esperienza alla Lazio?

"No, sono fatto così caratterialmente, do sempre tutto quello che posso dare. Avevo in testa obiettivi importanti, portare la Lazio a vincere lo Scudetto: non ci sono riuscito, ma ho dato tutto quello che avevo". 

Hai parlato con i due brasiliani, Marcos Antonio e Felipe Anderson? Come li hai visti?

"Si ci siamo parlati un po', ho chiesto loro come stanno in questo momento. Marcos Antonio deve avere pazienza perché è appena arrivato e in un momento in cui nel ruolo ci sono giocatori che fanno la differenza da anni. Deve avere pazienza e il suo momento arriverà, perché è umile, ascolta e ha voglia di imparare. Se Felipe mi ha sorpreso? No, quando ero qui gli ho visto fare delle cose importanti. Non lo conoscevo, sono andato via dal Brasile che lui era molto giovane. Poi l'ho visto e le mie aspettative sono subito state alte, poi oggi ha maturità ed è cresciuto come persona. Lo vedono tutti. 

Credi che la Lazio possa arrivare in Champions?

"Vedo un ambiente maturo, la Lazio merita di centrare la Champions. Per il club, per il presidente, per chi mi ha portato qui. Il club è maturo per centrare questo obiettivo". 

Come te Pedro è uno in grado di calciare con entrambi i piedi...

"Ho imparato con gli allenamenti a calciare in egual maniera con entrambi i piedi. Pedro è uno dei pochi che vedo in grado di usare destro e sinistro. Anch'io avevo questa qualità". 

C'è un calciatore in cui oggi ti rivedi?

"Vedo Luis Alberto e abbiamo caratteristiche simili: amiamo calciare da fuori. Lui fa molti assist, forse io calciavo di più, ma siamo simili. Io ero più ingolosito dalla porta ma mi ci rivedo"

Che ne pensi della stagione in corso?

"E' un campionato interessante, non ho capito come abbia fatto il Napoli a staccare tutto. Le altre sono state un po' altalenanti, poi c'è il caso Juventus... E' un campionato strano, succedono cose senza una connessione. Ma questo è il calcio. E' un campionato di grandi giocatori, forse non come il passato a livello di top player, ma è un ottimo livello. Leao è incredibile: il modo in cui sguscia via col pallone è impressionante. 

Anche tu di cavalcate palle al piede ne facevi tante...

"C'è un gol che ci sono rimasto male. In Chievo-Lazio, faccio un appello: sono partito da centrocampo e il replay me lo hanno tagliato dalla trequarticampo. Ci sono rimasto male perché ho sempre sognato di fare un gol così".

Com'è proseguita la tua vita dopo l'addio al calcio giocato?

"Vivo a Torino dove ho due ristoranti. Un'agriturismo in cui facciamo il vino e ospitiamo persone: qualche laziale è già venuto a trovarmi. Poi faccio anche il sommelier che dopo il calcio è diventato il mio secondo lavoro. L'ho imparato qui in Italia. Se vengo a vivere a Roma? Roma è la citta più bella del mondo. Non so se verrei a viverci ma sarebbe un sogno aprire un locale qui, rimango stupito dalla sua bellezza ogni volta che ci torno. Ho cinque figli, una squadra di futsal. Sì, faccio il papà a tempo pieno. Altri? No, mi fermo a cinque (ride ndr)".

Ritornare a Formello ti ha emozionato...

"Sono passati 9 anni da quando sono entrato l'ultima volta in quel cancello. Ho dei ricordi indimenticabili. È stato bellissimo tornare a Formello, la mia prima casa. Grazie per la stessa accoglienza che ho avuto quando sono venuto alla Lazio dal Brasile".