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Klose: “La Lazio mi preoccupa, Luis è irriconoscibile. Su Ciro dico…”

Klose
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport l'ex attaccante di Lazio e Bayern Klose ha detto la sua in vista del match tra le parti di martedì

Continua il conto alla rovescia, meno di una settimana poi sarà tempo di Lazio-Bayern. Un ottavo di Champions più che proibitivo per i biancocelesti chiamati però a onorare al massimo la competizione. Quella di mercoledì sarà una partita dal sapore speciale per un giocatore che ha scritto la storia di entrambi i club: Miroslav Klose. Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport proprio l'ex bomber tedesco ha raccontato il suo Lazio-Bayern.

Si sente più vicino alla filosofia di gioco di Tuchel o di Sarri?

"Sono simili, si differenziano in qualche dettaglio. Entrambi vogliono fare possesso e che i reparti siano stretti. Il Bayern però mette a disposizione una squadra di livello assoluto. Credo di avere una filosofia vicina alla loro".

Come valuta il Bayern di oggi?

"Le partite le vince, ma non riesce a dominare. In realtà l’importante, in questa fase, è fare punti, ma a Monaco non basta. Bisogna convincere e al momento non è così. Ci sono però state tante assenze, per questo sono convinto che la situazione migliorerà. Mi preoccupa di più la Lazio".

Per quale motivo?

"Con l’Atalanta non ha vinto contrasti nella trequarti avversaria. Questo significa che gli avversari potevano impostare liberamente. E anche quando si sono abbassati la Lazio non è riuscita a creare occasioni. Non è un buon momento. Luis Alberto per esempio non lo riconosco: sbaglia spesso le scelte. Ma gioca anche lontano dalla porta".

Sarri afferma di non sapere se il calo di rendimento sia una questione mentale o fisica...

"È normale. Quando non arrivano i risultati la testa frena il corpo. Ci vuole tempo per capire, Sarri ce la farà".

Come si spiega il calo di Immobile?

"Con Milinkovic si poteva giocare sia palla a terra, sia di sponda. Quando entrava in area costringeva i difensori a lasciare più spazio a Immobile. Ora i giocatori della Lazio si muovono intorno all’area avversaria, ma non la attaccano. E Immobile è più chiuso. La squadra tira poco: se si crea un’occasione a partita non si possono segnare 5 gol".

Il Bayern però non sembra in formissima...

"In Champions sarà un’altra cosa. È così da sempre e spero che anche la Lazio cambi atteggiamento perché vorrei vedere una bella partita. Non penso che la Lazio possa qualificarsi, specie sulla doppia partita, ma nel calcio tutto è possibile".

Nel 2021 il Bayern all’Olimpico dilagò. Il divario è aumentato?

"La difesa della Lazio deve stare attenta perché Kane non perdona. Pensavo avrebbe segnato 20-25 gol nella prima stagione, dovendosi ambientare. Invece li ha fatti nel giro di pochi mesi. L’ultima volta a Roma il Bayern ha vinto 4-1, ma avrebbe anche potuto segnare di più".

Il Bayern l’ultima volta è sembrato superiore anche atleticamente...

"A Monaco c’è Holger Broich come preparatore atletico: è maniacale. In Italia si lavora molto, ma in Germania gli allenamenti sono più duri. La parte atletica viene ritenuta fondamentale".

Lei sarebbe pronto ad allenare da subito o preferisce aspettare la prossima stagione?

"Vorrei cominciare subito. Da giocatore si aveva quasi l’imbarazzo della scelta, da allenatore bisogna aspettare l’occasione giusta. E io attendo da un po’".

Più semplice allenare in un club in cui si è stati giocatori?

"Conoscere il club è un vantaggio: Inzaghi, che ho avuto alla Lazio, conosceva l’ambiente alla perfezione. In quei casi si sa dove mettere mano".

Come De Rossi con la Roma?

"Esattamente. Non aveva grande esperienza ma la società si è affidata a lui. Penso che con i giocatori a disposizione possa fare meglio di quanto abbia fatto in Serie B. La qualità dei calciatori è più alta. Anche a me piacerebbe allenare la Lazio, ma conta la sensazione che si ha quando si parla col club che ti sceglie".

Cosa è imprescindibile per un allenatore?

"Essere riconoscibile. Bisogna riflettere sulla percezione che la gente ha del calcio proposto. Deve essere affascinante. Mi piace un gioco offensivo, con possesso palla. La squadra deve essere attiva e propositiva".

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