Tra i calciatori passati in biancoceleste c'è anche Libor Kozak, che ha vestito la maglia della Lazio dal 2008 al 2013. Recentemente l'attuale centravanti dello Slovacko ha rivelato ai microfoni di Bez Fràzì dei retroscena abbastanza scioccanti sulla sua esperienza italiana.
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Kozak torna sugli anni alla Lazio: ”Tare e Rossi mi presero per il collo”
L'ex biancoceleste rivela dei retroscena shock riguardo la sua esperienza in Italia. Ecco le sue parole: “Galliani voleva farmi arrestare”
Alla Lazio non piacevo neanche ai massaggiatori. Quando giocavo con la maglia biancoceleste sapevo che nulla potesse durare a lungo. Le cose non sono andate bene già a partire dal primo allenamento, il mister mi disse che non ero pronto per la Serie A e avrei dovuto fare esperienza in Primavera.
Litigio con Tare e l'addio alla Lazio
Avevo diverse offerte, il presidente della Lazio è un uomo notoriamente avaro e mi ha lasciato andare via. Ho atteso il via libera al trasferimento tutta l'estate del 2013. Tare mi ha rassicurato dicendomi che la situazione si sarebbe risolta subito, ma alla riunione con Lotito ha consigliato di non approvare il trasferimento. Incontrai Tare al centro sportivo e gli dissi cose molto pesanti. Mi afferrò per il collo e iniziò a urlare. Il giorno dopo Tare mi chiamò: ho avuto paura della rescissione del mio contratto, ma mi disse che mi avevano ceduto. Andai all'Aston Villa, sapevo che sarebbe stata la squadra adatta a me.
Litigio con Rossi e Galliani
Alla prima partita con la Lazio ho avuto una grande occasione: la palla rimbalza e cerco di superare Gigi Buffon. All'intervallo Delio Rossi mi prende per il collo e, gridando, mi chiede se il mio obiettivo fosse spodestare Buffon a soltanto 19 anni. Contro i Rossoneri, invece, ho mandato all'ospedale due giocatori: Bonera e Legrottaglie. C'era sangue dappertutto. Tutti gli avversari, compreso Ibrahimovic, mi sono venuti addosso e mi hanno urlato contro. Al termine della partita, Adriano Galliani, ha dichiarato ai giornali di volermi mandare in prigione. La Lazio mi difese, ma l'influenza di Galliani era maggiore. Al mio agente dissi che non potevo giocare e le cose stavano proprio così.
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