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Lazio, le quarantotto ore di Lotito tra attacchi e riflessioni. E Palladino…

Lotito
Il patron biancoceleste ha duramente puntato il dito contro la squadra per le dimissioni di Sarri, poi il retroscena sul tecnico del Monza
Edoardo Benedetti Redattore 

Arriva Tudor: si chiude così, senza traghettatori, il breve interregno di Martusciello post dimissioni di Sarri. Scartati subito profili alla Klose, affascinanti ma con uno sguardo limitato a giugno, sul tavolo di Lotito erano rimasti i nomi a lungo termine. Scaloni, per esempio: ha un contratto con l’Argentina, ma non avrebbe avuto problemi a tornare a Formello. Un contatto c’era stato, poi la scelta di virare altrove. Destino simile anche per Gattuso, altro nome in corsa, mentre quello di Palladino - a lungo circolato - è rimasto solo una suggestione. Il retroscena, però, è che Lotito aveva in programma un incontro con l’entourage del tecnico del Monza in vista della prossima stagione ancor prima delle dimissioni di Sarri, che hanno fatto saltare i piani.

Proprio quel Sarri che Lotito ha voluto salutare a suo modo, difendendolo con convinzione ai microfoni di del TG1: “È stato tradito, nella squadra c’è qualcosa che striscia. Ora è arbitra di se stessa”. Questi i concetti - riassunti - espressi dal presidente della Lazio. Che anche per questo ha scelto Tudor: per avere qualcuno in grado di prendere di petto uno spogliatoio in questo momento sotto attento esame.

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