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Lazio, Massimo Maestrelli: “Questa notte non ho dormito. Quanto amore”

Lotito
Massimo Maestrelli, figlio di Tommaso, è intervenuto ai microfoni ufficiali della società per raccontare l'emozioni di ieri prima della gara

redazionecittaceleste

La Lazio vince e convince nel lunch match contro lo Spezia. Quattro gol per rimanere saldamente in zona Champions League. Prima della partita, tuttavia, c'è stato ampio spazio per le emozioni con l'intitolazione ufficiale della "Curva Maestrelli". Una cerimonia da brividi nel nome del Maestro che guidò Chinaglia e compagni alla conquista del primo, storico scudetto biancoceleste. Il figlio di Tommaso Maestrelli, Massimo, è intervenuto ai microfoni ufficiali della società per raccontare il turbinio di emozioni provate nella giornata di ieri.

Lotito

"Questa notte ho dormito poco. Emozioni veramente grandi, raramente accadono cose così belle come quelle che sono successe ieri, nel mondo del calcio. Sinceramente, soprattutto in un mondo come questo, penso che sia stata una cosa bellissima quella che abbiamo vissuto ieri e bellissimo il contesto, la vittoria della Lazio e l'amore che c'è stato. Io vorrei che la Lazio fosse sempre così. Io ho quasi sessant'anni e mi sono fatto un'idea di tante cose quindi vivo con le emozioni per fortuna di ancora grande intensità ma la mia gioia è stata portare i miei figli e i figli di mio fratello allo Stadio. Loro sanno chi è stato il nonno ma quello che hanno vissuto ieri gli ha dato ancora più consapevolezza. Ho Nicolò che ha 24 anni e l'abbonamento in Curva, quindi ieri ha fatto un grandissimo sforzo per non andare in Curva (ride ndr). Io sono diventato laziale perché quando sei figlio di un allenatore tifi la squadra che tuo padre allena loro invece sono nati laziali. Io ringrazio babbo che allora fece la scelta giusta perché c'erano varie possibilità tra cui anche la Roma, sono felice che abbia fatto quella scelta, loro invece sono nati laziali ed è una cosa bellissima. Mio padre da calciatore è stato anche capitano della Roma per tre anni e devo dire che babbo rispettava i tifosi romanisti e in questa situazione è bello vedere che le polemiche siano state veramente al minimo e che i tifosi della Roma abbiano rispettato questa scelta e riconosciuto la figura di mio padre. Il rispetto è la cosa più importante nello sport oltre che nella vita".

"Io non pensavo che la cerimonia di ieri fosse una cosa così maestosa, ero convinto che sotto la tribuna ci fosse una targa. Non pensavo al nastro ne a nient'altro poi quando siamo andati sotto la Curva mi sono un po' bloccato perché non pensavo a una cosa così bella.A livello emotivo i miei figli e nipoti sono stati importantissimi, non volevo fare il giro di campo perché mi sentivo fuori luogo ma poi mi hanno spinto emotivamente e più andavo avanti e più vedevo persone che battevano le mani, mi salutavano, mi dicevano cose belle. E' stata una cosa strana perché è come se conoscessi ognuna di quelle 40 mila persone presenti. Finito il giro avevo un po' il cuore che batteva forte e poi ho visto la bandiera e mi sono fatto sotto e ho chiesto se potevo sventolarla. Un'emozione bellissima averla vista alla fine del giro con babbo che sventolava. Papà ci portava spesso allo Stadio e quando le cose non andavano bene girava la testa verso la tribuna e guardava mia madre. Lei senza che dicesse nulla faceva un cenno con la testa e faceva scendere me e i miei fratelli. Era una cosa scaramantica di mio papà, anche i giocatori si erano abituati. Spero che quest'anno la Lazio ottenga qualcosa di importante per rimanere nella storia. Sarri è il condottiero giusto per questo sogno".