Durante le ore precedenti al calcio d'inizio di Roma-Lazio, i microfoni di Radiosei hanno scambiato quattro parole con l'ex biancoceleste Stefano Mauri. L'ex capitano della Lazio ha detto la sua sulla sfida e ha tirato fuori qualche ricordo di quando era lui a scendere in campo per la stracittadina:
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Lazio, Mauri: “Di Canio mi insegnò come si prepara il derby”
L'ex capitano della Lazio, Stefano Mauri, è tornato a parlare di come si vive nella Capitale il derby con la Roma
Il derby della Capitale
"Ci sarà anche la sfida con il Torino mercoledì prossimo. Essendo il Benevento allenato da Filippo, contro i granata Simone vorrà dare il massimo. La Roma ha giocato un campionato al di sotto delle aspettative. La Lazio, invece, ha disputato la sua stagione. Quando è dovuta scendere in campo una volta a settimana non ha faticato quasi mai, quando doveva giocare in Champions League in mezzo alla settimana ha sofferto un po'. Mi aspetto un derby vero e proprio al di là di quello che dice la classifica. Questa sera si giocherà esclusivamente per vincere la stracittadina. Nella Capitale è quasi sempre così. Fonseca ha rimaneggiato la squadra con la speranza di chiudere in bellezza battendo una big e aggiudicandosi un derby. Ovviamente cercherà di evitare gli errori dell'andata. Mi aspetto una Roma che giocherà in contropiede".
I suoi ricordi
"Quando sono arrivato nel 2006, i primi derby li vivevo diversamente. Non avevo ancora la mentalità da stracittadina. Al secondo o al terso derby al massimo, mi ero già iniziato a rendere conto di quello che significasse. Ricordo che durante il ritiro estivo, già si pensava a quando ci sarebbe stato il derby. Parliamo di una data da segnare sul calendario. Io ero uno che ci pensava tanto, è una sfida che cominciavo a sentire due settimane prima dello scontro. In giro per la città non si percepiva altro. L'evento è importante e la tensione aumenta. Dev'essere bravo l'allenatore a saper gestire le emozioni. Ho condiviso lo spogliatoio con Di Canio. Con lui la sentivi il doppio. Dopo di lui, ricordo anche quanto erano esaltati i romani come De Silvestri e Firmani".
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