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Lazio, mister Morace e Acerbi protagonisti durante la festa della donna

In questa data così spciale, la Lazio è scesa in campo per mandare un messaggio forte e chiaro in favore delle donne: ecco le parole dei protagonisti

redazionecittaceleste

ROMA - L'otto marzo è da sempre una data speciale. Per molti è solo l'ennesima festa in cui è necessario regalare dei fiori, ma per chi è conoscenza della storia è molto di più di questo. La Lazio, che oltre ad essere una società sportivo è anche Ente Morale, questo lo sa ed è scesa in campo da protagonista in un giorno così speciale. Oltre al presidente Claudio Lotito, il vero accentratore in questo particolare evento, assieme a lui c'erano anche altre personalità del mondo dello sport e non. Tra i tesserati biancocelesti presenti all'iniziativa "A.MA.MI.", c'erano anche l'allenatrice della Lazio Women, Carolina Morace, e il centrale della prima squadra, Francesco Acerbi. I due, in quest'occasione come nella vita, hanno lanciato un forte messaggio in favore del genere femminile:

"“La violenza contro le donne è inaccettabile, questi atti devono essere condannati come un omicidio. La musica e lo sport si conciliano bene, hanno una grande spinta emotiva, fanno bene alla mente ed alla salute fisica. È necessario denunciare ogni tipo di violenza, perché le persone che commettono questi atti non miglioreranno mai. È necessario condannare ogni tipo di violenza contro le donne”. Sono state le parole rilasciate al numero 33 biancoceleste.

Il pensiero dell'allenatrice invece è stato: “Secondo me è inaccettabile che nel nostro Paese i giovani debbano crescere osservando, per strada, delle donne che si prostituiscono. Nessuno si è mai posto il problema di aiutare queste persone che, molto spesso minori, arrivano in Italia con il sogno di diventare modelle. È importante che anche il nostro sistema normativo si sia innovato per combattere ogni tipo di violenza nei confronti delle donne, ma bisognerebbe altresì combattere per contrastare alcuni fenomeni che interessano il mondo femminile”.