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Lazio, speciale ritiro per Dazn: Patric fa promesse, Sarri parla con Olympia

Patric
Il difensore spagnolo e altri interpreti biancocelesti hanno parlato ai microfoni di DAZN durante lo speciale dedicato al ritiro di Auronzo

redazionecittaceleste

Nuovo speciale DAZN a tema Lazio. Federica Zille è arrivata nel ritiro di Auronzo di Cadore per girare Inside Lazio - Dove inizia il volo dell’aquila. Protagonista assoluto dell’intervista è Patric, con alcune parole anche di Pedro, Lazzari, Davide Ranzato e Juan Bernabé. Di seguito tutta l’intervista. Inizia così Patric: “So il valore dell’indossare la maglia della Lazio. So quello che rappresenta Roma per tutti noi e continuerò a lottare come faccio ogni giorno per cercare di portare la Lazio più in alto possibile. Da quindici anni questa (Auronzo, NdR) è casa Lazio”.

Lo spagnolo poi spiega l’utilizzo della palestra: “Qua è dove facciamo fatica e dove si costruisce la squadra. La palestra è dove passiamo tanto tempo noi calciatori, soprattutto durante la preparazione. Prima e dopo l'allenamento abbiamo bisogno di fare prevenzione, stretching e forza, dipende dal giorno. Per esempio, in questo momento Marusic sta facendo un test posturale che facciamo tutti gli anni quando arriviamo ad Auronzo. Un test per vedere dove siamo corti tra flessori e adduttori, tutto quanto”. Interviene il preparatore atletico Davide Ranzato: “Andiamo a vedere quelle che sono le catene un pochino più bloccate e più rigide per poi andare a dare quei correttivi prima dell’allenamento per poter poi fare l’attività fuori in campo”.

Prende nuovamente la parola Patric: “Non lo poteva sperare meglio. Qui c’è qualcuno che mi sa che conoscete”. È Milinkovic, che gioca con una palla da pallavolo: “Oggi pallavolo per riscaldamento” dice ridendo. E poi ancora Patric: “E qui Lazzari: ‘Manu, spiega alla gente che fai prima dell’allenamento e perché vieni in palestra’”. Arriva quindi la risposta di Lazzari: “Sto facendo la pallina perché ho un po’ di dolori ovunque, tipo un massaggio. Mi arrangio, ognuno di noi ha un lavoro personalizzato che di solito esegue prima di ogni allenamento”. Patric saluta poi il ds biancoceleste Tare, impegnato al tapis roulant.

Prende la parola Pedro. “L’anno scorso abbiamo lavorato su quell’idea di Maurizio. Tanti giocatori erano nuovi ed era difficile capire, ma ora partiamo da un altro punto di riferimento”. Ancora Patric: “Sicuramente ci sono tante cose da imparare. Per esempio penso che in Europa League non dovevamo uscire, perché col Porto sia qua che là abbiamo meritato di vincere. Ricordo che dopo la partita sia Pepe che altri giocatori del Porto sono venuti a darci la mano e a dirci che facevamo un bel calcio e che dovevamo vincere noi. Quindi penso che potevamo arrivare più lontano”.

È di nuovo il turno di Pedro, che fissa l’obiettivo per la prossima stagione: “In Europa League dobbiamo andare avanti. Prima di tutto dobbiamo fare un bel girone perché sicuramente sarà difficile come l’anno scorso e cercare penso con la squadra che abbiamo di puntare alla Champions perché penso che possiamo farcela”. Patric, poi, guarda ancora alla scorsa stagione: “Alla fine se fai i calcoli abbiamo chiuso a sei punti dalla Juventus se non sbaglio, perdendo la Champions. Ed è quello per cui lottiamo noi ogni anno. Penso che con tutti gli alti e bassi che abbiamo avuto all fine è stata una stagione positiva per essere il primo anno di un cambio di gioco così grande da mister Inzaghi a mister Sarri. Quest’anno sarà molto meglio”.

Poi il difensore spagnolo spiega le tappe dell’allenamento. “Per la preparazione dell’allenamento andiamo prima in palestra, poi andiamo là (campo secondario, NdR) e facciamo la mobilità col prof o i torelli, dipende dal momento. Dovevamo fare un circuito a diverse velocità. In questa cosa qui Lazzari non solo è veloce, ma anche resistente. Anche Ciro tiene botta e anche Acerbi. Sono in tanti bravi. Qua in campo facciamo la linea difensiva. I primi mesi dello scorso anno sono stati difficili. Ne parlavamo con i ragazzi, con Hysaj, Marusic e Lazzari che erano qui anche lo scorso anno. È stato molto più difficile lo scorso anno, adesso sappiamo più quello che vuole. Sono arrivati ragazzi nuovi, ma noi sappiamo cosa vuole il mister e possiamo dargli una mano. L’anno scorso era tutto nuovo per tutti”.

E a proposito dei nuovi acquisti: “Romagnoli? Questa estate l’ho visto e gli ho detto di venire, che ci saremmo divertiti. È un piacere, lui come Casale. E anche lo stesso Gila che già conoscevo dalla Spagna, è un bravissimo ragazzo ed è forte, lavoriamo insieme e ci conosciamo e ci alleniamo tanto insieme. Sicuramente possiamo fare delle belle cose”.

Interviene ancora Pedro: “Diciamo che dei giocatori nuovi magari Marcos Antonio mi sta piacendo molto, gioca veloce la palla. È in una posizione molto importante per la squadra, per farla giocare e per fare quello che vuole Maurizio, ossia giocare la palla veloce avanti e indietro. Penso che potrà aiutarci tanto. L’unica cosa che voglio è vincere qualche trofeo qua con la maglia della Lazio. Ho vinto in tutti i posto in cui ho giocato, mi manca qui. Vincere il campionato non è una cosa così impossibile, sappiamo che è difficile perché ci sono tante squadre forti ma dobbiamo lavorare e fare le cose bene”.

Patric viene interrogato sulla sua passione per il Mate e sul ritiro. “Sapevo che lo avresti chiesto e qualsiasi sudamericano mi chiede cosa faccio, perché è una cosa loro. Ma perché io non posso berlo? (Ride, NdR). La verità è che un anno stavo cambiando casa, è arrivato Caceres e stavo in albergo. Mi diceva di andare da lui, sono stato con lui e due amici suoi alla fine. Vedevo tutti i giorni il Mate, all’inizio mi faceva un po’ schifo e poi in realtà mi è piaciuto molto. Prima di ogni partita e di ogni allenamento lo bevo sempre, secondo me non lo lascio più. I tifosi? È bello il ritiro anche per questo: normalmente passiamo tanto tempo a casa durante l’anno, giochiamo ogni tre giorni e viaggiamo tanto. Qua praticamente li vedi ovunque. Esci dall’albergo e ci sono, passi tanto tempo con loro. È anche bello questo”.

È poi il turno del falconiere Juan Bernabé, che svela un retroscena su Olympia e Sarri. “Olympia deve far parte del ritiro perché è il momento in cui sta più vicina ai tifosi. Nello stadio la vedono in volo, però quando stanno in ritiro possono toccarla e farcisi una foto. Sarri è il vicino di Olympia a Formello, la mattina sento ogni volta che gli parla. Gli dice ciao patatina, qualcosa di questo genere. Penso che Olympia sia nel cuore di Sarri come lo è stata in quello di tutti gli allenatori che hanno fatto parte della storia della Lazio. Quando la vedono in cielo all’inizio della partita è un presagio di libertà, di vittoria”.

Chiude, infine, Patric. Lo spagnolo fa una promessa importante: “Qui facciamo l’acqua fredda dopo gli allenamenti, fa bene per la muscolatura. Qui ci sono i sacchi di ghiaccio che poi vengono messi dentro. Ci si può mettere tutto il ghiaccio che si vuole, ma il torrente è dieci volte più freddo. È freddissimo. Se vuoi dopo lo provi e mi racconti. Bisogna stare attenti perché la corrente è abbastanza veloce e ci si può far trascinare. Il rifugio sul monte Agudo? L’ho visto tante volte, chiedendomi come arrivarci. Facciamo una promessa: se la Lazio vince l’Europa League ci vado camminando”.