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Lazio-Torino, autorità sanitarie a protocollo: parla Gravina

redazionecittaceleste

Anche il protocollo adottato dalla FIGC per la stagione corrente ha dei limiti. La sfida tra Lazio e Torino lo ha evidenziato

ROMA - La vicenda tra Lazio e Torino sembra destinata ad andare avanti almeno fino alla fine di marzo. Ad inizio settimana, la formazione biancoceleste avrebbe dovuto ospitare i granata, come da calendario, per la venticinquesima giornata di Serie A. Tuttavia la compagine con a capo Urbano Cairo, pochi giorni prima del fischio d'inizio, è diventata un piccolo focolaio Covid. Tra staff, calciatori e parenti vari, sono numerosi coloro i quali sono risultati positivi al coronavirus. Questo ha fatto scattare l'allarme nell'ASL di Torino che ha vietato la trasferta al club. Un po' come successo ad ottobre al Napoli, che avrebbe dovuto sfidare la Juventus ma fu inabilitata allo spostamento dalla sua regione d'appartenenza.

Il protocollo ha dei limiti

Anche grazie, per così dire, ai fatti accaduti precedentemente, è lecito pensare che la procedura sarà la stessa: sconfitta a tavolino per gli ospiti e vittoria in favore dei padroni di casa. Dopodiché, il Torino avanzerà il ricorso che verrà accolto. Insomma, alla fine si troverà una data valida così da permettere all'incontro il suo regolare svolgimento. Naturalmente non sono mancate e non mancheranno le polemiche. La Lazio comunque, il giorno della gara, è scesa in campo lo stesso come se dovesse giocare. A ridosso del presunto fischio d'inizio, anche il direttore sportivo Igli Tare ha detto la sua: ribadendo l'importanza del protocollo e delle regole da rispettare.

Le autorità sanitarie prima della FIGC

Oggi, intanto, anche il presidente della FIGC si è espresso a tal proposito. Gabriele Gravina nella scorse ora ha tenuto un intervenuto a margine del consiglio federale odierno. Per l'occasione ha detto la sua sulla situazione coronavirus che ha impedito alla sopracitata sfida, ma anche ad altre partite, di non poter essere giocata: "Ho rispetto per il protocollo che abbiamo adottato. Tuttavia, al suo interno c'è una sezione che lascia l'ultima parola proprio alle disposizione dell'autorità sanitaria. Il protocollo resta valido e il calcio si sta comportando in maniera responsabile. Tutti devono rispettare le regole così da tutelare la salute. Non vogliamo sostituirci alle autorità sanitarie. Continueremo a difendere il protocollo, ma ci sono delle decisioni che vanno al di là della FIGC".