Intervenuto ai microfoni di TuttSport è tornato a parlare Igor Tudor. L'ex allenatore della Lazio, intervistato in qualità di doppio ex, ha detto la sua in vista della gara tra i biancocelesti e la Juventus. Inevitabile poi un pensiero su Baroni e una riflessione sui suoi 3 mesi a Formello.
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Tudor: “Baroni? Ha dato una bella identità alla Lazio. Nei miei tre mesi…”
Buongiorno Igor Tudor. Come sta?
"Sto bene, grazie. Mi sto godendo la famiglia qui, a casa mia, a Spalato. La maggior parte del tempo posso finalmente passarlo con i miei cari, mia moglie e i tre figli: il ragazzo di 18 anni, la ragazza di 15 e la bimba di7. Quando alleni all'estero ti perdi tanti momenti da marito e papà: io amo portare i figli a scuola ora che posso, e vederli crescere è una gioia. È una sofferenza stare lontano da loro quando alleno all'estero. A Spalato mi trovo benissimo, e ogni tanto vado qui di fronte all'isola di Hvar dove vivono i miei genitori".
Preferisce aggiornarsi guardando quale calcio? Italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco?
"Guardo chiaramente molto quello italiano perché mi sento anche un po' italiano, ho vissuto in Italia da 19 a 29 anni. Italia è un Paese splendido che assomiglia molto alla Croazia, affascinante anche per la passione che avete nel calcio. Noi croati è da una vita che veniamo da voi, ricordo anche alcuni tornei da giovane. Guardo anche il calcio inglese che è molto bello da vedere, è più divertente, più intenso e dinamico, meno tattico. Da spettatore ci si diverte di più. Ormai ci sono talmente tante partite in tv che occorre selezionare. Per farlo bisogna essere attratti. Io da allenatore cerco anche partite o spezzoni di partite per vedere alcuni dettagli delle fasi d'attacco o di difesa che possono arricchirmi per poter migliorare. Vedo comunque anche il campionato francese, dove ho allenato: è pieno di giovani talenti che offrono un calcio interessante".
Per il suo lavoro quanto è più utile andare a vedere le partite dal vivo piuttosto che in televisione?
"È bello vedere dal vivo per quanto riguarda l'atmosfera ma ormai con tutte le telecamere che ci sono, quasi quasi è meglio vederle a casa sul divano. Mi piace guardare le partite sul divano con al massimo un paio di persone in modo da potermi concentrare e capire le varie situazioni".
Sabato la Serie A offre Juventus-Lazio. La guarderà e che tipo di match si aspetta?
"Sicuro che la guardo. Io mi aspetto una bella partita con due squadre allenate da due tecnici nuovi, partiti bene con energia e idee nuove. C'è positività intorno a loro. A me piace vedere le azioni da rete e credo che il calcio debba andare in questa direzione. I tifosi li attrai se giochi all'attacco per fare gol e credo che sia Motta che Baroni da questo punto di vista siano partiti col piede giusto".
Le due squadre sono state oggetto di rivoluzione tecnica: due allenatori nuovi e tanti giocatori ingaggiati. Entrambe a 13 punti: la sorprende vederle così in alto dopo tanti cambiamenti o no?
"La classifica non è ancora importante, siamo appena partiti. Le rose sono costruite per ottenere risultati adeguati ed entrambe sono attrezzate per dare soddisfazioni ai rispettivi tifosi”.
Entrambe a punteggio pieno in Europa seppur in tornei differenti. Hanno una rosa adeguata per reggere le due competizioni oppure a un certo punto dovranno prediligerne una?
"Io dico di sì. Chi ha allestito i due gruppi ha fatto le cose per bene, si tratta di due società serie e vorranno provare ad andare avanti su due fronti. Stanno facendo benissimo anche in Europa e questo è un bene per il calcio italiano".
Juventus-Lazio sarà anche la difesa più forte del campionato, seppur ora priva di Bremer, contro uno degli attacchi più insidiosi con Castellanos e Dia. Secondo lei chi uscirà dal campo col sorriso sulle labbra?
"Metterla così è troppo semplice. La fase difensiva della Juve è da studiare, è raro vedere prendere così pochi gol: è da applausi. Ma loro non difendono solo coi marcatori, c'è tutta la squadra che si sacrifica per non incassare reti, come succedeva al Bologna. La Lazio ha trovato la quadra per far giocare insieme Castellanos e Dia più due ali che spingono. Creano parecchio".
Baroni al contrario di Thiago Motta si gioca la panchina più importante della sua carriera a 61 anni. Cosa pensa del suo calcio?
"Questo è molto bello, il fatto che un tecnico possa avere una sua opportunità anche dopo una carriera già lunga. Non tutti riescono a essere scoperti subito. Lui ha dato una bella identità alla Lazio. Sono stati presi anche giocatori importanti come Tavares, Tchaouna e Dia che si sono uniti a un gruppo composto da ragazzi perbene".
Il momento più bello, l'immagine più significativa del suo periodo alla Juventus e di quello alla Lazio?
"Due cose diverse. Nella Juve ho creato il mio Dna avendoci vissuto 8 anni quando ero giovane, il club mi ha dato l'impronta di cosa sono diventato. Alla Lazio nei tre mesi mi sono divertito tanto con lo staff, i giocatori e il club. È stato fatto un bel lavoro anche a Roma".
L'anno scorso alla guida della Lazio sfiorò la finale di Coppa Italia proprio con la Juve: 2-0 per i bianconeri a Torino e 2-1 per voi a Roma. Quando ripensa a quel doppio confrontoche riflessione le viene in mente?
"Mi ricordo due belle partite, ci è mancato poco per andare ai supplementari. La Juve era piena di campioni. Il rammarico di non essere andati in finale, ma anche la consapevolezza di aver giocato bene".
Secondo lei, chi è la favorita per lo scudetto?
"lo dico quattro squadre: l'Inter leggermente avanti rispetto a Milan, Juve e Napoli. Hanno le rose migliori. Dietro a queste squadre prevedo Atalanta e Roma come outsider. Quindi la Lazio e poi le altre".
Alla Lazio è finita l'era di Immobile. Quanto è incisivo e forte Ciro?
"Un ragazzo bravissimo, sempre disponibile e molto forte con grande voglia di lavorare, ha fatto la storia della Lazio".
Uno dei suoi pregi è sicuramente il coraggio. Fuori il pronostico. Juventus-Lazio come finirà?
"Si gioca a Torino e la rosa bianconera è più forte. Io dico che vince la Juve".
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