Dopo quasi due settimane di sosta torna finalmente il campionato. Riprende dunque la corsa della Lazio di Maurizio Sarri verso un piazzamento tra le prime quattro della classe. Una qualificazione alla prossima Champions League ha una valenza assoluta e il concetto, in casa biancoceleste, è ben chiaro. Senza l'Europa questa Lazio può puntare a questo traguardo ma servirà la giusta mentalità che una grande squadra deve avere da questo momento fino al termine del campionato. Mister Sarri, è intervenuto in conferenza stampa, per presentare la delicata gara di domani contro il Monza di Raffaele Palladino, contro la quale servirà la giusta testa.
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Sarri: “Ai ragazzi chiedo se vogliamo essere i migliori a Roma o tra le migliori in Italia”
C'è ancora il Monza dopo il derby, ha preparato la gara di domani cavalcando l'entusiasmo?
"Si sta preparando con logicità. Non è che il derby ci fa partire in vantaggio. Domani è una partita difficilissima contro una squadra che sta mettendo insieme dei numeri che al di là dei risultati, a livello statistico, sono estremamente importanti. E' una squadra che a livello di possesso palla è passata in pochi mesi dal 18° posto al 4°. Questo vuol dire che nelle ultime 10 partite il Monza è stata la squadra che ha avuto più facilità di possesso palla in Serie A. Servirà spirito di sacrificio e umiltà".
Come sta Ciro?
"Dal punto di vista clinico sta bene. Poi c'è il punto di vista sportivo che ci dice che è stato fermo un mese e non può essere al 100% della condizione fisica, questo è normale. Quindi vediamo se lo possiamo sfruttare per uno spezzone di partita".
Come ha visto rientrare i nazionali e si è sorpreso della non convocazione di Zaccagni?
"Abbiamo un ct che fa le convocazioni, io quando i miei giocatori non sono convocati son contento perché hanno la possibilità di riposarsi e allenarsi. Il resto son decisioni del ct, quindi non mi interessano. Le Nazionali sono una follia, basti pensare che Vecino ha fatto: Italia-Giappone, Giappone-Corea del Sud- Italia per fare due amichevoli. Il ragazzo è rientrato troppo bene per quello a cui è stato sottoposto. Ormai è palese che il campionato non è fattibile, non si può paragonare all'NBA: per fare una partita di basket giochi al massimo 28 minuti. Nel calcio sei in campo 95 minuti e si prendono botte più forti che in NBA, nel basket europeo forse un po' di meno".
E' stato premiato come miglior allenatore di Marzo. Come considera ora la corsa Champions?
"Io ho sempre detto che ci sono squadre che hanno un organico superiore al nostro a livello complessivo. Non necessariamente negli 11 che vanno in campo. Vedo certe squadre che fanno dei cambi che ti fanno pensare. L'Atalanta contro l'Empoli ha potuto mettere a 20 minuti dalla fine: Boga, Lookman e Hojlund. Rimango dell'idea che ci sono squadre a noi superiori in termini di organici ma noi si va a lottarsela e si va a vedere come va a finire".
E' corretto dire che ora inizia un altro campionato con un obiettivo ben più preciso nella quale la Lazio inizia con un vantaggio di punti significativo?
"Il vantaggio è solo simbolico. Se penso al terreno che abbiamo ripreso noi nell'ultimo periodo posso pensare a come sarà la classifica tra 11 partite non tra 5. Su quello possiamo fare poco affidamento. Io guarderei non al campionato nuovo, ma alla partita di domani. Lì la Juve ha perso, l'Inter pareggiato: andiamo a prenderci il piccolo vantaggio, teorico, di giocare una volta a settimana ma pensiamo partita per partita".
Lei parlò bene di Palladino. Lo ritiene ancora interessante?
"Tra i giovani lui è uno dei più interessanti. Riesce a fare una fase difensiva, tipo Atalanta tra virgolette e con un palleggio alla Guardiola. E' un allenatore da seguire con grande interesse".
Ha il problema di sostituire Marusic. Come sta Pellegrini, può giocare dall'inizio?
"Se può giocare dall'inizio, lo dico a Luca. Io sono contentissimo: sveglio, partecipe, grande progressione nella crescita fisica e nell'apprendimento. Poi parliamo di una linea che nell'ultimo tempo ha funzionato e andarci a mettere le mani è difficile".
Milinkovic come lo hai visto dal punto di vista morale e fisico?
"Sergio non è in un momento in cui si sta esprimendo al 100% ma bisogna avere pazienza. Sappiamo tutti che se va al 100% può farci la differenza nella parte finale della stagione. Quindi noi lo aspettiamo con grande fiducia"
Quanto è cresciuto il feeling con Luis?
"Lui è in questo momento un giocatore fenomenale. Io non lo so il pubblico, i giornalisti cosa guardano: in quello che guardo io quello che sta facendo Luis Alberto non è che mi fa felice, di più. E' diventato un giocatore totale: qualità di palleggio, che difende, che tira tre volte da fuori area. Un giocatore sopra le righe sicuramente".
Ha detto che ha dato come indirizzato l'acquisto di giocatori italiani, ne ha parlato con il presidente?
"E' una cosa di cui abbiamo sempre parlato. Ho detto che preferisco prendere più italiani perché mi danno più identità, se hai 7/8 italiani in rosa è chiaro che hai già una storia diversa. Se avessi 7/8 laziali ancora meglio. Ma questo penso che lo pensino in molti allenatori.
Pensa di incontrare a breve il presidente?
"Lo vedo spesso già ora".
Domani ha pensato a motivazioni particolari, visto che spesso avete perso punti con squadre di basse media classifica?
"Questo mi sembra un campionato in cui le squadre di bassa media classifica sono forti. Hanno uno spessore nettamente superiore rispetto allo scorso anno, è dura un po' per tutti. Le motivazioni devono essere intrinseche: sono quelle che contano. Quelle esterne sono frivole e con il tempo passano. Ai ragazzi chiedo se vogliamo messere la miglior squadra di Roma o essere tra le migliori in Italia".
Quale è la differenza tra la Lazio che batte il Napoli e quella che perde punti con quelle sulla carta inferiori?
"Succede a tutti, non è successo solo al Napoli. Anche all'estero sta succedendo sempre di più. Il livello top si è leggermente abbassato e quello medio si è alzato. La nostra squadra forse si è abituato ad adagiarsi dopo grandi vittorie e questo è un limite che va cancellato nella maniera più assoluta".
Al di là del raggiungere la Champions. Quanto cambia al livello di appeal per i nuovi calciatori e a livello di progetto?
"Non lo so, come ragionano procuratori e calciatori io faccio fatica a seguirlo. A me non me ne importa nulla se la squadra sta in Champions o no, io parlo con la società e se quello che mi mettono davanti mi intriga lo faccio altrimenti non mi interessa. Se ci sono giocatori che si fermano al primo aspetto può darsi che aumenti a livello di richiamo".
La classifica di ora è un carico di responsabilità o uno stimolo in più?
"Le responsabilità le hanno quelle che hanno gli organici più numerosi dei nostri. Per noi è un'opportunità non una responsabilità. Va letta da questo punto di vista".
Oggi sono 11 anni dalla scomparsa di Chinaglia, le chiedo un suo ricordo.
"Lo ricordo quando ero ragazzino. La mia forma mentis anche da ragazzino era più rivolta agli allenatori. Io avevo sempre idoli allenatori. Chinaglia è chiaro è un personaggio che ha segnato un'epoca, un personaggio estroso, particolare e quindi uno che rimane nell'immagine popolare in maniera fortissimo. Come giocatore ho delle immagini davanti, poi la caratura del personaggio penso che era forte, quindi il ricordo è forte".
Lei critica molto le Nazionali ma questa sosta può essere stato un bene? Come sta Lazzari?
"A me non interessa del Nazionali. Ho visto 10 minuti di Kosovo-Andorra e basta ma solo perché mentre giravo in tv ho visto 22 giocatori in area e mi sono detto: fermi, che ca**o succede, guardiamo 5 minuti. Poi non ho visto niente, non le critico e non mi interessa. Io critico un calendario che sta diventando folle. Chiaro che la qualità così va a puttane e poi si fanno male in 5/6. Mi devono spiegare cosa stanno facendo: il calcio è diventato un business. Ci sta che tra 10 anni finisca tutti. Lazzari sta bene, ha rilavorato bene settimana scorsa. E' stato fuori qualche partita ma è un giocatore che a fine anno sarà sicuramente sopra le 35 partite. Le scelte sono state dovute ad altro ma non al fatto che lui stesse facendo male. E' sempre non semplice da scoprire come la squadra si comporta. La partita ci dice la verità, non la partita".
In questi giorni si sono visti allenamenti molto sereni, la vittoria al derby può essere la cura al limite mentale?
"Non so dove avete visto gli allenamenti. Ma non erano tutti (ride ndr). Si è lavorato bene, ci sono stati momenti più ludici ma anche momenti di lavoro intensi e fatti bene ma da questo punto di vista la nostra squadra è indecifrabile. Spero sempre che la continuità di allenamento diventi anche mentale in campo. Rispetto all'anno scorso abbiamo una continuità diverso. Abbiamo fatto male in Europa purtroppo ma penso che quella sia stata una scelta inconscia".
Si rivede in questa squadra?
"Io mi ci rivedo. Giovedì ho rivisto l'allenamento della fase difensiva ed è stata una roba importante. E' al livello di quando stavo all'Empoli o al Napoli: cose che alla Juventus o al Chelsea non ho avuto. Se l'immaginario collettivo di Sarri è quello del Napoli quello non ci sarà più perché c'erano giocatori con determinate caratteristiche. Ci sarà il Sarri di un altro gruppo di giocatori".
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