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Napoli-Lazio, sfida Insigne-Immobile: amici e simboli del calcio popolare

I due ex compagni di Pescara e attuali in Nazionale si ritroveranno l'uno contro l'altro e chissà stavolta cosa avranno scommesso

redazionecittaceleste

Solo dolore, non è successo niente. Ciro si rialza e sorride. Un colpo di tacco d’Armini colpisce duro la sua tibia, ma Immobile stasera non si perderà per nulla al mondo la sfida col Napoli e il rientro nella sua città natale. Domenica si è sbloccato sotto porta finalmente, ora è davvero pronto al rush finale. Ciro stava soffrendo oltre modo il suo digiuno di 9 gare: ha ringhiato al Benevento, provocato il primo autogol, segnato di scavetto, sbagliato il rigore e firmato comunque il bis nel finale. Sedici punti portati alla Lazio con ogni sua rete, il bomber ora è a -13 centri da Piola, re della storia biancoceleste. Al Maradona cercherà di centrare un altro traguardo personale: segnare al Napoli per sei gare consecutive. All’andata, lo scorso 20 dicembre, dopo una manciata di minuti Immobile mise la palla nel sette, stasera vuole replicare. Lo ha già promesso, scherzando, anche all’amico Insigne in Nazionale. L’ultima volta i due avevano scommesso una cena per il vincente, chissà stavolta cosa avranno in mente.

SIMBOLI E BANDIERE

Ciro e Lorenzo, nemici-amici. Scugnizzi lanciati da Zeman nel Pescara dei miracoli e separati dalla promozione in A nel 2012. Insieme misero a segno 46 dei 90 gol totali degli abruzzesi. Un anno d’oro che li consegnò definitivamente al calcio dei grandi. Insigne e Immobile stanno vivendo momenti opposti: il primo ha appena un gol in meno (15 a 16), ma mai come in questa annata si è messo sulle spalle – anche contro l’Inter - i compagni; per la Scarpa doro invece è il momento di riabilitarsi sotto porta agli antichi splendori. Ciro e Lorenzo sono comunque gli attaccanti del popolo, dei tifosi. Loro sognavano ciò stanno vivendo oggi, quando erano piccoli. Ovviamente, alla SuperLega, non possono che contrari. Sono i simboli di un Centro-Sud spesso emarginato, ma premiato dai loro grandi sforzi. Sono proprio quelli che hanno rinunciato a più lauti guadagni pur di rappresentare le proprie (nonostante su Insigne rimangano le voci d’addio) origini o di ricambiare l’amore incondizionato (Immobile) dei propri tifosi. Sono l’esempio concreto che esiste ancora un calcio romantico, non necessariamente comandato solo dagli interessi economici, ma da altri valori.

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