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Parolo: “Mi proposi alla Lazio ma erano a posto e ho smesso. Gli Azzurri…”

Marco Parolo

Le parole dell'ex centrocampista biancoceleste, che torna anche sull'appuntamento nefasto del 2017 con la Svezia

redazionecittaceleste

Alla vigilia di Italia-Svizzera, match fondamentale per la qualificazione ai Mondiali degli Azzurri di Mancini, è intervenuto ai microfoni di Libero Marco Parolo. L’ex centrocampista biancoceleste, oggi commentatore per DAZN, era in campo nel doppio impegno contro la Svezia che nel 2017 costò la rinuncia all’appuntamento in Russia. Di quegli appuntamenti, Parolo ricorda “prima la voglia di vincere, poi una grande delusione. Giocammo di martedì e sabato ci fu il derby di Roma: noi biancocelesti della Nazionale, ma anche i giallorossi, quasi non ce ne accorgemmo per la tristezza”.

Marco Parolo

La Nazionale

Ci sono tante assenze ma non mi preoccupa: Mancini ha costruito una squadra che ha sempre reso, nonostante le assenze. Mi piacerebbe in futuro vedere giocatori rocciosi in mezzo al campo, tipo Pobega, mantenendo comunque la stessa qualità. Le critiche a Immobile? Siamo troppo criticoni in Italia. Il capocannoniere in Nazionale è Riva con 35 goal e ci sono stati attaccanti di livello assoluto. In Italia non abbiamo giocatori con numeri pazzeschi. Il nuovo Parolo? I titolari attuali hanno diverse caratteristiche rispetto a me. Forse direi Pessina, che forse è anche più forte di me. Ma prenderei anche Tonali e Frattesi: hanno grande personalità. Nel 2017? Non eravamo sereni, abbiamo giocato gare discrete ma è mancata la forza di buttarla dentro. Rigiocandola dieci volte avremmo vinto in nove occasioni. Tengo per me il rapporto tra noi e Ventura, ma non si è mai visto il clima creato da Conte o Mancini”.

Sull’addio al calcio

Non mi sono arrivate chiamate e ho smesso. Mi sono addirittura proposto alla Lazio, ma erano a posto. Non volevo aspettare fino ad agosto, parlavo da tempo con DAZN e fare l’opinionista mi era sempre interessato. In estate voglio prendere il tesserino da allenatore UEFA A, ho già il B. Inoltre mi occupo della scuola calcio che ho a Gallarate: vogliamo creare una realtà dilettantistica di valore per i giovani”.