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Pedro: “Spero di vincere un trofeo con la Lazio. Su Spagna-Inghilterra…”

Pedro
Una lunga intervista del campione spagnolo, che ha parlato dei suoi obiettivi, della sua carriera e della finale tra Spagna e Inghilterra
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervistato da Gerard Romero sul canale twitch "Jijantes TV" il calciatore biancoceleste Pedro ha parlato di diversi temi tra la Nazionale spagnola, la sua carriera al Barcellona e i suoi obiettivi con la Lazio. Queste le sue parole.

“Sto bene, abbiamo iniziato la preparazione estiva e cercherò di rimettermi in forma. Le vacanze? Passano sempre in fretta però me le sono godute: Barcellona, Tenerife… Me le sono vissute con la famiglia e gli amici. Come sta mio figlio Bryan? Sta bene, si sta allenando molto. Sta per iniziare la sua prima tappa nel calcio, deve allenarsi duramente, passare bene questo momento con i suoi compagni. A chi si ispira? Ai giocatori di oggi come Mbappé, Bellingham o Yamal. Quelli che stanno salendo in prima linea.

14 anni fa il Mondiale vinto con la Spagna? Gli anni passano in fretta, quando mi hanno ricordato che erano già passati 14 anni non ci credevo, mi sembra ieri. Ricordo quei momenti vissuti con i miei compagni con un po’ di nostalgia. Abbiamo vissuto qualcosa di unico ed è un peccato che gli anni passino così in fretta. E mi dispiace che non siamo riusciti a celebrare la vittoria del mondiale come ci sarebbe piaciuto. Perché nel calcio non puoi fermarti mai, devi tornare l’anno successivo e farti trovare pronto e lavorare. Le cose, poi, con il passare del tempo si valorizzano. Sarà bello, magari, rivederci tutti quando ci saremo ritirati per ricordare quei momenti. 

Mi ricordo tutto della finale, quel giorno c’era tanta tensione. Non abbiamo dormito nella ‘siesta’. Tutte e due le squadre erano nervose, c’era tensione. Abbiamo avuto la fortuna di riuscire a vincere il titolo e di vivere una bellissima festa per tutto il paese. Un momento unico che non tornerà mai nella mia vita. Sottolineo sempre l’importanza di Vicente (Del Bosque, ndr), un uomo molto diplomatico, che sa darti la giusta fiducia, è unico. Non è facile far trovare la giusta armonia a un gruppo ma lui ci riuscì. Un po’ come nella Spagna attuale di de La Fuente, dall’esterno la percezione mi sembra questa. Sta facendo molto bene, trasmettendo energia, voglia, e la solidarietà ai compagni di squadra. Vederlo da fuori è molto bello.

Nico Williams e Yamal? Hanno questa freschezza, questa voglia di fare bene ogni partita. Si divertono con la palla tra i piedi, per come giocano e come si muovono. Hanno un’energia che trasmette felicità anche a chi li guarda. Spero davvero che possano concludere questo Europeo con una vittoria, lo meritano perché hanno dimostrato di essere senza dubbio la squadra migliore del torneo. La Spagna è la Nazionale che ha giocato meglio, spero davvero che riescano a conquistare il titolo, sarebbe una grande gioia per tutto il paese. 

Yamal a 16 anni ha una personalità difficile da avere a quell’età. Io a 16 anni cominciavo a giocare in terza divisione, con le giovanili e per me era ancora presto pensare di fare quello che sta facendo Yamal, che è già uno dei migliori calciatori al mondo. Sfrutta gli elogi che gli arrivano, non ne soffre e continua a dimostrarlo. Gioca con gioia e lo trasmette, ha molta testa. Se arriveranno critiche sono sicuro che saprà come gestirle. Mi auguro continui così per tanti anni, è incredibile. 

Nico Williams e i rumors del Barcellona? Lui è un ottimo giocatore, è normale che i tifosi si entusiasmano all’idea di averlo al Barça. Ha una grande progressione e può giocare a livello del Barcellona. Le notizie alla fine ti arrivano, è difficile vivere disconnesso da tutto oggigiorno. Devi mantenere la giusta concentrazione, credo che Nico sia molto focalizzato sull’Europeo. Una volta finito ragionerà sul suo futuro. Accadde anche nella mia Nazionale, se è vero che a Cesc Fabregas abbiamo messo la maglia del Barcellona? Sì. Mi ricordo che ne parlavamo molto, dicendogli che lo volevano con noi. Sono cose che ci sono sempre se un tuo compagno di Nazionale è forte e vorresti averlo sempre al tuo fianco, anche nel club. 

L’anno dei sei titoli vinti a Barcellona riuscivo sempre a mettere la firma con un gol. Mi ricordo Mascherano che mi diceva: ‘Stai tranquillo che almeno un gol in finale riesci a segnarlo’. Fu un’epoca incredibile per me: ho avuto la fortuna di giocare con Messi, Xavi, Iniesta… Potrei dirtene altri cinquanta che sono leggende blaugrana. Ho avuto questa fortuna di segnare in tutte le competizioni e di giocare bene al fianco di questi giocatori. Sono molto contento di com’è andata la mia carriera, mi sento un privilegiato. Ho vinto la Champions, il Mondiale, la Liga, la Premier… La verità è che sono molto contento. Mi manca un trofeo in Italia, questo è il mio ultimo anno. Vediamo se riesco a vincere un titolo anche qui. È un po’ più complicato ma ci proveremo come sempre. Alla Lazio non ci arrendiamo mai, cerchiamo sempre di dare il massimo e finché il corpo mi assiste posso fare la mia parte. Mi sto godendo il momento, sfruttando al massimo tutto, perché so che da un momento all’altro può essere il mio ultimo anno. 

I miei numeri in carriera? Non mi posso lamentare, peccato solo che nel Barça sono riuscito a segnare 99 gol, me ne mancava uno per la tripla cifra. Sarebbe stato storico nel Barcellona, mi sarebbe piaciuto. Lasciare Barcellona è stato difficile, è il club della mia vita. La società è stata al mio fianco quando ho preso la decisione di andare via. Soprattutto il presidente, non tanto l'allenatore. La vita passa dalle scelte, è difficile fare una carriera intera al Barcellona. Mi è piaciuto anche il mio addio, mi sono separato bene con tutto l’ambiente. Volevo andarmene nel modo migliore possibile. Iniziavo a giocare meno, con Neymar, Suarez e Messi. Ma è normale, volevo provare a giocare in Premier, era uno scenario che mi piaceva. Non me ne pento, era un momento in cui volevo qualcosa di nuovo. Poi ho avuto la fortuna di avere una chance importante qui in Italia, in un’altra competizione e mi è piaciuto tanto. 

Un ritorno al Tenerife? E’ un po’ difficile. Anche dal punto di vista familiare: ho i bimbi a Barcellona, è una situazione di cui ho parlato spesso anche con il Tenerife. Però mai dire mai, anche se è molto difficile. Tornare al Barça non era un’opzione concreta, era complicato tornare per via dell’età. Ma sarò sempre legato al Barcellona. Quando mi ritirerò magari farò qualche partita con i vecchi compagni, con le leggende. Qualsiasi cosa. Farò qualche partita nella Kings League con i Jijantes, va bene. Puoi contare su di me.

Domenica abbiamo una partita alle sei, poi vedremo tutti insieme la finale degli Europei. Speriamo vinca la Spagna. Che messaggio darei a Yamal? Mantenere la calma nei momenti difficili, di essere un bravo ragazzo e comportarsi bene con la gente”.