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Pres. del Cadice: “Lazio dinamica. Luis Alberto? Le cose sono andate così”

Cadice-Lazio, trofeo Carranza
Ai microfoni di TMW il presidente del Cadice ha parlato della club biancoceleste dopo il Trofeo Carranza e di un retroscena su Luis Alberto
Edoardo Benedetti Redattore 

Intervenuto ai microfoni di TuttoMercatoWeb il presidente del Cadice, Manuel Vizcaíno, ha parlato della prova della sua squadra ma anche della Lazio. Un retroscena inoltre legato a Luis Alberto e al suo amore per Cadice.

"Il Trofeo Carranza è il più importante trofeo rimasto in Spagna e forse anche a livello internazionale. Il calcio è cambiato, ma tutti i giocatori più importanti della storia sono venuti a giocare questo torneo qui a Cadice. La Lazio è una squadra europea di alto livello e con la loro partecipazione abbiamo cercato di essere allo stesso livello. I biancocelesti hanno affrontato la partita con la stessa serietà che aveva per noi. È stato un giorno importante".

Nella Lazio fino a qualche settimana fa giocava un calciatore più volte accostato al Cadiz: Luis Alberto. C'è mai stata una trattativa vera e propria?

"Luis Alberto è un ragazzo che ha più che dimostrato le sue capacità in carriera. Ha sempre lottato contro tutto e tutti. In Qatar gli è stata data un'opportunità che normalmente i giocatori non scelgono quando vanno via. Col Cadiz ci sono state conversazioni informali e lui ha sempre dimostrato il suo affetto per il nostro club, ma non c'è stato altro".

Della Lazio di Baroni invece che idea si è fatto?

"Mi è piaciuto molto l'approccio al calcio della Lazio, soprattutto nel secondo tempo. I biancocelesti hanno giocatori molto dinamici che cercano sempre il gol. Penso anche al Taty Castellanos, che aveva già dimostrato nella Liga il livello a cui può giocare".

Com'è ripartito infine il suo Cadiz dopo la retrocessione?

"Il Cadiz è una squadra che negli ultimi trent'anni è stata quasi sempre in terza divisione. Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato a un progetto che si sta consolidando e che ci ha portato a trascorrere quattro anni in Prima Divisione, il secondo periodo più importante del club a livello sportivo. Abbiamo avuto la sfortuna di retrocedere, ma questo ci deve aiutare a ricostruire un progetto basato sul sistema giovanile e sul credere che lo spogliatoio sia una famiglia al di sopra delle individualità. La nostra strategia è quella di vendere per crescere, perché ci sono molti club controllati da multinazionali. Per sopravvivere dobbiamo avere molta fantasia e puntare tutto su di noi".