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Focus Lazio: Sarri è incazzato, ma è l’unico laziale a esserlo

Maurizio Sarri

L'allenatore chiede una reazione dopo il derby, ma l'ambente laziale è distaccato e troppi giocatori hanno la valigia pronta

redazionecittaceleste

Sarri è incazzato. Ma lo hanno lasciato solo anche nel vivere questo nobile sentimento che trasuda passione. L’incazzatura dei laziali ha lasciato spazio alla rassegnazione. I tifosi della Lazio vivono di abitudini, sanno che niente e nulla potrà cambiare. La politica al ribasso dei prezzi dei biglietti sarebbe potuta essere l’occasione giusta per dare una scossa a tutto l’ambiente. Soprattutto dopo un derby ridicolo, perso prim’ancora di iniziarlo a giocare, in cui maglia e sentimenti sono stati calpestati dall’indolente apatia dei calciatori. Un tempo ci sarebbe stata una corsa per manifestare il proprio disappunto, il proprio malcontento, la propria indignazione. Invece la situazione che emerge oggi è quella di un tifoso distante - rassegnato - quasi disinteressato alle sorti di una squadra limitata nell’organico e nelle risorse.

La pubblicazione del bilancio avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta. Ma anche dopo aver conosciuto cifre e situazione economica, non è cambiato nulla. Le strade dell’allenatore e del direttore sportivo vanno avanti in parallelo, siamo lontani dal credere di un rapporto rifiorito, in realtà mai iniziato. Ma a questo punto, la situazione di stallo va bene a tutti, nessuno escluso. La Lazio non ha fretta di rinnovare il contratto a Sarri, Sarri non ha fretta di rinnovare il contratto con la Lazio. Il presidente Lotito procede con una filosofia gestionale infallibile: dividi et impera. E non ha alcuna intenzione di compattare l’ambiente, perché la spaccatura che ha creato è il suo vero punto di forza.

In mezzo c’è la squadra, chiamata a giocare le ultime otto partite di un campionato grigio, fatto di pochi momenti esaltanti. disegnato con discese ardite e risalite. La qualificazione in Europa League - anche alla luce degli ultimi numeri - è più importante dal punto di vista finanziario che tecnico: i soldi dell’Uefa sono preziosi per trasformare un ridimensionamento certo nell’ennesima ripartenza. Si va incontro a un altro anno zero, con mezza squadra titolare da cambiare, con giocatori nuovi da inserire, con il modulo tattico da metabolizzare. I professionisti esemplari che invoca Sarri hanno già la valigia pronta e la testa orientata su altri lidi. La Lazio non ha un progetto: è una lenta e inesorabile decadenza al cospetto della crescita degli altri club.