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QDL – Pupi Avati: “Mi scuso ancora per quelle parole, viva la Lazio!”

Il noto regista e scrittore, Pupi Avati, ha fatto mea culpa ai microfoni di Quelli della Libertà. In un suo libro ci sono parole poco gradevoli sulla Lazio

redazionecittaceleste

ROMA - Pupi Avati ha fatto chiarezza, circa alcune frasi pesanti sulla Lazio presenti in suo libro, e l'ha fatta ai microfoni di Quelli della Libertà. La trasmissione condotta da Stefano Benedetti e da Federico Terenzi su Cittaceleste TV e su Radiosei:

"Un incidente di percorso che non avevo previsto. Mi dispiace che i tifosi laziali si siano risentiti. Probabilmente ho omesso di dire che le persone del libro, che dicono le frasi incriminate, sono dei personaggi scadenti, sgradevoli. Vorrei ribadire che essere laziale non può essere usata come offesa. Mi dispiace che ci si sia soffermati solo su quelle frasi. Per questo ho scritto una lettera a Lotito dove mi sono scusato. Nelle mie opere cerco di replicare la realtà. Sono frasi ricorrenti ma che non hanno alcun senso specifico. Fanno parte della quotidianità. Perché c'è la sempre la Lazio di mezzo? Non posso saperlo, per me è stata la prima volta. Posso promettere su ciò che mi è più caro che non dirò più la parola Lazio in vita mia (scherza, ndr). Oggi ho vissuto la faccenda come un incubo. Forse ho peccato un po' di leggerezza, ma pensavo di replicare la vita di tutti i giorni. Pensiamo a quello che viene detto della Juventus ogni volta. Tuttavia, in casa mia sono tutti laziali. A 82 anni faccio questo bagno d'umiltà e ripeto di aver sbagliato".

SULLO SCUDETTO DEL 2000 - "Perché non ci facciamo un film? Mi ricordo bene quel periodo. Ho fatto un film con Tognazzi che si chiama Ultimo Minuto. Ugo faceva il manager di una squadra che lottava per non andare in Serie B. La pellicola andò talmente male che mi rifiutai di farne altre su quel genere. Il tifoso di calcio non va al cinema per vedere questo sport. Vorrei dire che ammiro molto Immobile e anche Inzaghi, viva la Lazio".