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QDL – Sebastiani (Pres. Pescara): “Calcio e governo a tavolino insieme: serve un soluzione”

Il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, ha parlato ai microfoni di Quelli della Libertà della situazione nel calcio dopo il Covid

redazionecittaceleste

ROMA - Le parole del presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, ai microfoni di Cittaceleste TV e di Radiosei. Nella trasmissione Quelli della Libertà, condotta da Stefano Benedetti e da Federico Terenzi:

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"In un derby come quello di Milano, il pubblico porta un incasso straordinario di milioni di euro. Questo la dice lunga su quanto la situazione sia delicata per le società che devono fare a meno degli introiti provenienti dalla vendita dei biglietti. Questo aiuta i top club a mantenere i suoi calciatori con grandi stipendi. In Serie B abbiamo qualche problema, ma meno della Serie A perché è tutto rapportato. Comunque sia, il governo dovrebbe dare una mano visto che il calcio contribuisce in maniera importante a far girare l'economia. I presidenti prendono i soldi dalle loro aziende, anche. Ma con le aziende in ginocchio non è facile tirare avanti. Penso che il nuovo governo si siederà al tavolo per fornirci degli aiuti concreti. Non credo che ci sarà bisogno di scioperare. Le priorità sono giustamente andate ai settori più colpiti, come la sanità. Ma adesso metteremo mano a questa situazione e cercheremo di uscirne indenni tutti quanti. Diritti tv? Hanno fatto un po' il gioco delle parti. Continueranno a trattare finché non troveranno il giusto compromesso. I problemi hanno colpito anche le televisioni. Non capisco perché si continuano a fare contratti milioni ai giocatori. Fino ad ora siamo andati avanti senza accordi, adottando delle diverse strategie. Ora è arrivato il momento di fermarsi e di risolvere una volta per tutte il problema. I danni subiti dal sistema calcio sono gravi. Fino a questo momento sono stati tamponati alcuni mesi. Ma ci serve una soluzione per il futuro. Il calcio italiano non è all'altezza di certi campionati esteri. Gente come Ibrahimovic e Ronaldo sono dei professionisti e lo dimostrano, ma non possiamo stare ancora dietro a giocatori di una certa età. All'estero non si fanno il problema di far giocare i giovani. Aver abbracciato ogni cultura, ha migliorato il calcio degli altri campionati. I loro motori sono più forti dei nostri. Sanremo? Io sinceramente ci avrei pensato prima di mandarci Ibra nel bel mezzo del campionato. Se fosse stato un mio giocatore non ce lo avrei mandato".