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Sarri scatenato, una furia: ecco cosa ha detto ieri durante la partita

redazionecittaceleste

Pochi secondi e il suo taccuino è stracolmo di roba. Perché manca subito la giusta distanza fra la difesa e il resto della squadra, troppo lunga. Così la formazione della Lega Pro va in vantaggio alla seconda sbavatura: il piede di Luiz Felipe, su un tiro di Della Latta, inganna Reina. Sarri urla: «Li stiamo guardando, non si può difendere così. Iniziamo a giocare da squadra». Tira un pugno alla panchina, non gli piace nemmeno come la Lazio attacca.

Richiama a brutto muso Caicedo, che non si smarca e si muove poco, poi Raul Moro che non si allarga, infine Milinkovic che passeggia: «Stiamo camminando in mediana». Luis Alberto si scalda, smanaccia Hraiech e lo scaraventa per terra. Mau diventa una belva: «Invece di fare queste stupidaggini, dì agli altri di mantenere le posizioni perché stiamo facendo un casino. Non esiste pressing, recupero né giro palla». Anche perché il collega Pavanel mette un uomo fisso su Leiva e la Lazio si blocca.

È sui meccanismi dietro che Sarri ancora si sgola. Degli insegnamenti inculcati per 17 giorni, ieri, nessuna traccia. E pure davanti troppe idee (nonostante un palo del solito Luis Alberto) alla rinfusa. Al 64’ Mau utilizza tutti i cambi a disposizione in panchina, carica «con coraggio buttiamo sempre avanti la palla», ma l’1 a 1 non cambia. C’è un piglio diverso e maggior pressing, ma l’ultimo passaggio è sempre sbagliato anche nella ripresa.

Solo il baby Luka Romero è l’unica nota lieta. Dialoga, triangola nello stretto, sguscia e fa una gran tossita: dal limite, tiro a giro dalla distanza deviato da Vannucchi in corner, quanta personalità. Applaudita: «Bravo, continua così, stai largo e punta». Punta in alto, questa pulce atomica. Intanto alla Germania: raduno fissato per sabato a Formello prima della partenza per la seconda fase di preparazione a Marienfeld (2-7 agosto), dove si uniranno pure i big Immobile, Acerbi e Correa. Sempre che quest’ultimo non sblocchi prima l’indice di liquidità, facendo spazio a Basic e Brandt, o Shaqiri e Brekalo in seconda battuta. Saluta ufficialmente Peruzzi: ieri ha firmato la rescissione del contratto e, dopo 5 anni, non accompagnerà Sarri in quest’avventura.