L’ex capitano della Nazionale Italiana Dino Zoff è intervenuto nella trasmissione Quelli della Libertà condotta da Stefano Benedetti. “La Lazio viaggia da cinque o sei anni in posizioni di classifica molto simili - ha dichiarato l’ex presidente biancoceleste - il quinto posto non è stato un successo, ma neanche un insuccesso. Un quinto posto non è un risultato di poco conto. Basterebbe migliorarsi un po’ per inseguire traguardi ambiziosi. Ma non so cosa farà il presidente Lotito. La base della formazione è la stessa da cinque o sei anni, e viaggia a un buon ritmo. Se venisse migliorata, tanto meglio. Il calcio è impronosticabile. Tutti davano lo scudetto all’Inter, alla fine ha vinto il Milan. La Juventus? Dopo nove anni di successi, ha pagato un ricambio generazionale”.
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Extra Lazio – Zoff sprona Mancini: “Ha una Nazionale di buon livello”
Con il più grande portiere italiano, non poteva mancare l’argomento legato al mercato, e alla ricerca di un nuovo numero uno per la Lazio. “I tiri sono tiri, in Serie A come in Serie B - ha sottolineato Zoff - ma in Serie A le responsabilità sono molto più importanti. L’infortunio di Carnesecchi? Bisognerebbe parlare con un ortopedico. Io non posso dire nulla al riguardo perché durante la mia carriera ho avuto la fortuna di non avere infortuni alla spalla. Carnesecchi gioca con l’Under 21, ha tutte le qualità per far bene: è un ragazzo che avrà sicuramente un buon avvenire. Anche Vicario sta andando bene, ma per la scelta ci penserà chi di dovere: io non voglio fare dei nomi”.
“I portierI italiani stanno facendo bene - continua Zoff - una volta erano i migliori, ora ci sono portieri bravi in tutto il mondo. La Nazionale? Non sono molto preoccupato, perché possiamo sempre presentare una buona squadra. Abbiamo ricevuto qualcosa in più agli Europei, e abbiamo ottenuto qualcosa in meno nelle qualificazioni dei Mondiali. Mancini può comunque presentare una Nazionale di buon livello. Una volta era più semplice perché c’erano pochi stranieri. Oggi prima di tutto ci devono essere giocatori da Nazionale. I giovani devono fare un lavoro principale nelle loro squadre di club, il miglioramento avviene lì. La Nazionale rappresenta un salto di qualità ulteriore. Non deve essere la Nazionale a dover preparare i giocatori per le squadre di club, perché sarebbe un paradosso”.
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