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Lazio, è tornata la Ciro-dipendenza: deve ritrovare la porta

redazionecittaceleste

Immobile ha già segnato sei gol e sfornato due assist contro la Juve. Deve sbloccarsi dopo 4 gare a secco: non succedeva dal 2019

ROMA - Chiamatela pure Cirofobia. Inzaghi ha paura di rinunciarci in qualunque partita. Per questo Immobile, al di là della distinta consegnata con la certezza che la gara non si sarebbe giocata, sarebbe sceso in campo pure contro il Torino martedì sera. Alla fine però ha riposato una settimana per fortuna, anche se lui da sabato sera non vedeva già l’ora di cancellare il rigore sbagliato a Bologna. Ciro ha una voglia matta di spaccare la porta e la Juve è avvisata. Da quattro turni, fra campionato e Coppa, non segna. È dal 14 di febbraio che sta inseguendo quota 150 reti in Serie A. Vuole a tutti i costi tagliare il traguardo domani sera contro la squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta, ma poi lo ha lasciato andare via. Non sarebbe certo la prima volta che Immobile si vendica: già all’attivo sei gol e due assist contro la Vecchia Signora. L’ultimo, su rigore a Torino lo scorso 20 luglio, non evitò la sconfitta, ma una sua doppietta del 14 ottobre 2027 fece la storia: dopo oltre due anni Allegri perse allo Stadium l’imbattibilità. La Lazio punì due volte in contropiede la Juve e si portò a casa la vittoria. Domani troverà un’altra squadra, ma la tattica potrebbe essere la stessa. Purché Ciro si sblocchi stavolta.

DIPENDENZA

Purtroppo è tornata la Ciro-dipendenza. Un problema che viene ingigantito dalla scarsa vena realizzativa dei compagni di reparto in quest’annata. In Italia Correa è fermo a 2 centri, Muriqi si è limitato a quello contro l’Atalanta, mentre l’ultima marcatura di Caicedo risale addirittura al 10 gennaio a Parma. Rispetto alla scorsa stagione l’attacco sta facendo davvero fatica sono addirittura 17 i gol in meno segnati alla ventiquattresima giornata. Dodici mesi fa i biancocelesti erano andati in rete ben 55 volte, oggi sono fermi a 38 sotto porta. I centrocampisti Luis Alberto e Milinkovic valgono un terzo, ovvero 12 reti (sette il Mago e cinque il Sergente), di questa dote risicata. Ma è anche e sopratutto a loro che Inzaghi s’affida. Lo spagnolo lo scorso 22 dicembre inaugurò proprio le danze della vittoria contro la Juve in Supercoppa, ma deve ancora sbloccarsi con gli assist in Serie A. Un fantasma al Dall’Ara come tutta la mediana.

BESTIA NERA

Domani anche Leiva e Milinkovic inseguono la riscossa. Il primo è l’arma assoluta davanti alla difesa, il secondo è fondamentale col fisico e può tirar fuori dal cilindro sempre la giocata decisiva. Queste le caratteristiche che avevano fatto innamorare la Juve già due anni fa. Era stato addirittura trovato l’accordo col serbo senza fare i conti con Lotito e la sua richiesta. Sergej alla fine rimase a Formello e il 7 dicembre 2019 punì subito (nel 3 a 1 del sorpasso) la Vecchia Signora. Milinkovic vuole riuscirci ancora.

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