Cittaceleste.it
I migliori video scelti dal nostro canale

notizie

Il derby infinito di Lulic, il Capitano alla sua ultima stracittadina

Senad Lulic si racconta alla tv svizzera

Lulic al suo ultimo derby della capitale

redazionecittaceleste

Senad Lulic, l'uomo del destino. Arrivato qui all'Urbe nel luglio del 2011 s'è adattato con abnegazione, sacrificio e sincero attaccamento all'ambiente capitolino: terzino sinistro, esterno di fascia, esterno d'attacco, mezz'ala... Da Reja a Inzaghi passando per Petkovic e Pioli ognuno c'ha visto qualcosa in lui, bravo com'è a sapersi dedicare - indipendentemente dal ruolo - con anima e corpo alla causa. Capitano, poi, ovviamente. Tra tutti i ruoli rivestiti, però, quello che meglio gli è riuscito è stato senz'altro quello dell'eroe di Patria: 26 maggio 2013, tutto il resto è storia nota.

L'ultimo derby di Lulic?

368 presenze tra Serie A, Coppa Italia, Supercoppa, Europa League e Champions League. 34 gol e 50 assist. Stasera, forse, il suo ultimo derby della capitale. Senad Lulic a fine stagione potrebbe lasciare la Sua Lazio, il contratto è in scadenza e non sembrano esserci i presupposti per un rinnovo, nemmeno annuale. L'ultimo anno è stato tremendo per lui, non solo per il Covid, ben due operazioni in artroscopia lo hanno tenuto ai box per tanto tempo, s'è temuto addirittura il ritiro anticipato dal calcio giocato. È tornato, però, con la sua solita tenacia e voglia di non risparmiarsi mai, proprio come si confà allo spirito della lazialità. In fin dei conti laziale lo è fino al midollo, ormai, ed ai veri laziali si batte le mani. Scenderà in capo dal primo minuto stasera e sarà la sua presenza da titolare numero 250. Sogna una grande notte Senad, un derby per congedarsi come si deve dalla sua gente. Cosa poteva esserci, se non un derby, a fargli da ultima cornice? Ancora una volta il destino gioca con le sue trame e mette lui - l'uomo del destino - nelle condizioni di sfidare quelli dell'altra sponda del Tevere. E che bel destino sarebbe se fossi tu, O' Capitano, faje male. Di nuovo.