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Notizie Lazio – Eriksson: “4-3-3? Mi aspettavo un altro gioco da Sarri”

Sven Goran Eriksson

L'ex allenatore biancoceleste Sven Goran Eriksson ha rilasciato un'intervista dove ha parlato, tra le altre cose, della Lazio di Sarri.

redazionecittaceleste

Una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, lo scudetto del 2000, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. Questo è il palmares sulla panchina della Lazio di Sven GoranEriksson. Lo svedese è stato il tecnico dei biancocelesti dal 1997 al 2001 ed è l'allenatore più vincente della storia della Prima Squadra della Capitale. Oggi, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Messaggero, dove parla della Lazio di Maurizio Sarri e, del suo predecessore, Simone Inzaghi. Di seguito le sue parole.

Sull'addio alla Lazio: "L’anno dopo lo scudetto vinto è difficile capire cosa sia successo. In tre anni avevamo vinto tanto ma la squadra non funzionava più e non faceva più divertire i tifosi. A distanza di tempo resta un mistero difficilmente spiegabile”.

Sulla Lazio di Sarri: "Con Sarri mi aspettavo un altro gioco. Magari deve ancora carburare. Ho grossi dubbi sul 4-3-3. Ti puoi permettere di giocare con questo modulo solo se hai i giocatori adatti a disposizione. Si parla sempre di tattica ma alla fine in campo scendono i giocatori e bisogna farli giocare nella posizione più congeniale. Nel calcio occorre usare una certa logica, non ha senso rinunciare ad un talento per questioni tattiche o schierare un elemento inadatto per un certo tipo di formazione".

Su Simone Inzaghi: "Ho sempre visto le partite quando c'era Inzaghi in panchina. Ero assolutamente convinto che potesse rendere bene anche lontano da Roma. Alla Lazio ha fatto un grande lavoro e doveva fare il salto. Se me lo avessero chiesto vent’anni fa, mai avrei pensato a lui come allenatore. Sono felice che quest'anno potrebbe vincere lo scudetto con l'Inter. Ci sarebbe un pezzo di me come con Mancini e Simeone".

Su Lazio-Porto"Sono curioso di vedere la sfida contro il Porto di Sergio Conceição. 20 anni fa, come Simone Inzaghi, non mi sembrava un predestinato".