L'opinione pubblica ha avuto modo di sbizzarrirsi, nelle ultime due uscite della Lazio, riguardo a un Sarri meno esteta e più concreto. Il Sarrismo è stato messo da parte? Sarri ha vinto alla Mourinho? Niente di tutto questo, ma semplice capacità di adattamento di un allenatore a lungo etichettato come integralista ma che di simile accezione ha solo l'amore per questo sport. "Meno male che sono vecchio, perché se il calcio rimane quello di ora, mi sbrigo a levarmi dai co****ni" ha detto un Sarri ancora una volta avverso al Mondiale in Qatar e restio nei confronti di un calcio che continua sulla strada di un cambiamento forse sbagliato. Sarri ha cambiato la Lazio, la Lazio ha cambiato Sarri. Il connubio tra squadra e allenatore è forte ma soprattutto è vero. Sarri da alla sua squadra voglia e passione e viceversa. La mentalità di questa squadra ne è la prova concreta.
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Lazio, le vittorie della mentalità: sei punti quando “il pareggio era giusto”
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Pareggio
—Sei punti nelle ultime due partite per uscire da una settimana deludente per prestazioni e risultati. Per quanto espresso a lungo si è detto che forse il: "Pareggio era il risultato più giusto" per quanto poco costruito e tanto difeso nel derby, e per l'ottima prova fatta dal Monza. Le parole tuttavia sono fatte per restare tali, i fatti invece spostano e cambiano in maniera concreta. Due 1-0 consecutivi a dimostrazione di una mentalità nuova e vincente innestata da Sarri in una squadra che ancora deve capire chi realmente è.
Mentalità
—L'errore di Ibanez nel derby non nasce casualmente ma è forzato dalla voglia di Pedro di pressare e conquistare la palla. Discorso analogo per la rete di Romero: sebbene l'errore di Di Gregorio ci sia, il piccolo talento argentino da grande opportunista brucia Izzo e Caldirola troppo passivi sulla ribattuta. I sei punti nelle partite dove "il pareggio era giusto" non sono casuali, sono le vittorie della mentalità.
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