Intervenuto ai microfoni de Il Messaggero l'ex biancoceleste Paolo Di Canio ha analizzato il delicato momento della Lazio a poco dall'esordio in Champions contro l'Atletico. In apertura una suo pensiero sull'accoglienza ricevuta dai tifosi del West Ham.
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Lazio, Di Canio: “A Torino errori imbarazzanti ma Sarri è un maestro. La Champions…”
"Una cosa incredibile, solo in Inghilterra si può vivere una cultura del passato così intensa. In Premier sì che esiste il passaggio di padre in figlio: non sapete quanti bambini indossavano la mia maglia senza neanche avermi visto una volta sul campo. Il nostro è un legame forte: dopo 20 anni mi accolgono come un re perché la tradizione è forte e intensa".
Anche i laziali riempirebbero l'Olimpico per lei.
"Non lo so, spero di sì, non frequentando i social non posso avere le sensazioni giuste. Il mio amore per la Lazio è indiscusso, questo è certo".
Proprio i biancocelesti apriranno la Champions contro un colosso come Simeone.
"Sfida tosta ma aperta. Se la Lazio ne ha combinate di tutti i colori a Torino, l'Atletico Madrid ha forse fatto peggio a Valencia. Ci sono giocatori di esperienza, come Azpilicueta, Morata, Griezmann e Savic, ma presentarsi con Witsel centrale potrebbe essere fatale per il Cholo. Troppo lento, si espone alle imbucate".
Ma i biancocelesti sono in crisi
"Purtroppo sono emersi tutti i difetti che solo la bravura di Sarri aveva coperto con il suo lavoro. Mau è riuscito a ottenere il centoventi per cento da una squadra che valeva molto meno e pure senza campioni. Se l'Inter perde dodici partite, e non ricapiterà mai più, e la Juve è in pieno caos, logico che la Lazio possa arrivare seconda. Difficile che ricapiti".
Perché, Di Canio?
"Perché dal punto di vista emotivo ha completamente mollato, non c'è più con la testa e si è visto anche a Torino. Ha subìto dei gol inammissibili anche in un campionato di dilettanti. Posture sbagliate, mancanza di collegamento tra reparti, errori tecnici imbarazzanti".
La difesa non funziona.
"Casale e Romagnoli sono cambiati, non aggrediscono più l'uomo, si fanno anticipare perché sono molli rispetto alla stagione scorsa. Ma poi Luis Alberto che si ferma a protestare mentre McKennie gioca: in serie A non si può fare così. O l'atteggiamento cambia o la Lazio affonda".
Ci penserà Sarri.
"Lui è un grande maestro di calcio ma non certo un motivatore. Non deve parlare dopo ma prima, deve scuotere il gruppo e far capire ai giocatori che l'assenza di Milinkovic non è un alibi".
Kamada ha caratteristiche diverse.
"Lui ha corsa e velocità ma non ha cattiveria agonistica, proprio come tutta la squadra. Anche i gol subìti a Lecce sono ingiustificabili. Se ti adagi, lo dico per tutta la Lazio, torni alle posizioni che vali non certo al secondo posto".
E Immobile segna meno.
"Un problema sottovalutato dalla società e dallo stesso Sarri, per il quale il centravanti ideale è Felipe. Ciro segnava 30 gol a stagione quando guardava la porta e attaccava lo spazio nel 3-5-2. Costretto a giocare di spalle, come in Nazionale, sparisce dal campo. Il modulo e l'età non lo aiutano".
E' arrivato Castellanos come alternativa.
"Un giovane che ha fatto qualche partita nella Liga. Il club doveva comprare un centravanti pronto, anche per investire sul futuro. Impegnato in campionato e in Champions, Sarri aveva bisogno di altro".
Serve determinazione: ecco Guendouzi.
"Un fenomeno all'Arsenal, al debutto, ma se vi aspettate un Gattuso allora resterete delusi. Ha personalità ma la bava alla bocca è un'altra cosa".
La vede nera, insomma: senza pietà.
"Gli atteggiamenti di alcuni giocatori a Torino si possono avere al bar, non in campo. Serve una scossa, la Champions non perdona se cammini e speri che gli altri sbaglino".
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