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ESCLUSIVA – Zauri: “Lazio, si vede il lavoro di Sarri. Difesa sottovalutata”

Zauri
L'ex capitano biancoceleste, oggi allenatore, parla in esclusiva in vista della sfida con l'Atalanta, club con cui ha esordito in Serie A

redazionecittaceleste

È cresciuto nella vivaio dell’Atalanta, con cui ha poi esordito in Serie A diventandone un calciatore importante negli anni a cavallo del nuovo millennio, inframmezzati dall’avventura al Chievo. Poi proprio dalla squadra bergamasca il trasferimento alla Lazio e l’affermazione in biancoceleste fino a diventare anche il capitano. E allora, proprio per parlare della sfida del prossimo weekend ma non solo, Cittaceleste ha contattato in esclusiva Luciano Zauri. L’ex calciatore, oggi allenatore in attesa di una nuova occasione dopo l’avventura a Pescara, è intervenuto su Cittaceleste TV- canale 85 del digitale terrestre - durante Io tifo Lazio, condotto da Lorenzo Beccarisi e Valerio Marcangeli.

Cosa ti ha stupito della Lazio di Sarri in questo inizio di stagione?

Stupito no vista la grande stima che ho del mister. Quando ha tempo per poter incidere lo fa. Nel secondo anno di Lazio il dato della miglior difesa è importante, anche se tutti fanno finta non conti nulla. Il mister ha lavorato influendo anche sulla campagna acquisti e oggi la Lazio occupa una posizione molto interessante. C’è ancora molto da fare, l’infortunio di Immobile non è un dettaglio. Speriamo si riesca a sopperire anche se sappiamo tutti la sua importanza per la Lazio”.

L’idea Milinkovic centravanti ti piace?

La vedo come fantacalcio. È un giocatore che fa benissimo il suo mestiere, riduttivo da definire mezzala. Ma credo rimarrà dov’è, magari un pensiero potrebbe essere un cambio di ruolo a Luis Alberto ma credo che alla fine la soluzione più semplice sia quella di mettere Pedro o Felipe Anderson, non vedo altre soluzioni”.

Come si può in così poco tempo cambiare registro, pensando alla difesa della Lazio?

Il lavoro come sempre fa sì che le cose funzionino meglio. E il lavoro si vede: Patric è adattato centrale, Marusic è adattato a sinistra. È frutto senza dubbio dei giocatori, ma la mano del mister si vede. È lampante, i numeri non mentono. Grande lavoro lo scorso anno e in ritiro. La Lazio ha una fase difensiva importante, che non va ridotta ai difensori. Quando poi arrivano i tiri il portiere fa il suo lavoro”.

Sarri chiede un terzino sinistro mancino: quanto cambia avere un piede naturale lì sulla fascia?

È molto importante, la Lazio cerca un esterno basso mancino da qualche anno. Si è provato con Fares con fortune alterne, oggi il mister preferisce Marusic. Preclude sicuramente alcune giocate giocare a piede invertito. Magari in fase offensiva crea meno problemi vista la catena con Zaccagni, ma la parte difficile è nella costruzione dal basso: una zona di campo è preclusa perché per forza di cose si rientra sul piede forte. Hanno sopperito bene alla mancanza, è un ruolo che negli ultimi anni offre poco. Credo che la Lazio voglia fare l’operazione, ma chi ce l’ha se lo tiene stretto e chiede molto”.

La Lazio ha in panchina due giovani come Cancellieri e Romero. Come mai è così difficile nel nostro campionato lanciare i giovani?

Mi viene da pensare come mister che spesso il tempo nel calcio è poco. Si chiede tutto e subito, affidarsi a un giovane che ha bisogno anche di fare i suoi sbagli non è possibile. Se sbagli i risultati la piazza mugugna e il primo colpevole è l’allenatore. Per questo si tende a far giocare spesso persone più pronte. Io sono convinto che il giovane forte a prescindere venga messo in campo: forse tanti astri nascenti pronti non ci sono. Piena fiducia nell’allenatore che li vede ogni giorno e sa cosa possono dare. L’infortunio di Immobile porterà ad avere più spazio almeno a Cancellieri”.

Quanto è stato rischioso scommettere in estate sulla salute di Immobile? La mancanza di una alternativa può essere il peccato originale della stagione della Lazio?

Sì, il vice Immobile non penso sia il primo anno che se ne parla. Non è stato trovato e forse nemmeno cercato. Sarri a Napoli inventò Mertens, forse guardando la rosa si è pensato di poter ovviare con gli esterni alle assenze. Ma a livello di tipologie di attaccante qualche centimetro in più servirebbe, a prescindere da Immobile, per far qualcosa di diverso rispetto ai fraseggi”.

Quanto è difficile da allenatore iniziare un lavoro con 6-7 elementi nuovi?

È il famoso mestiere: chi trova la chiave vince. Chi fa entrare nella testa le proprie idee fa sì che i ragazzi ci credano e che arrivino i risultati e il bel calcio. Quando ti chiami Lazio non puoi prescindere dalle belle prestazioni. I ragazzi poi vanno allenati, visti in ritiro e fatti ambientare, vedi Marcos Antonio. C’è bisogno di tempo ma il tempo spesso non c’è”.

Riguardo l’Olimpico, a te da allenatore quanto darebbe fastidio lavorare per giorni in un certo modo e poi dover cambiare tutto per colpa delle condizioni del terreno?

Dà fastidio, crea contrattempi. La Lazio ha caratteristiche precise, propone un tipo di calcio chiaro e offensivo. Quando viene meno per colpa del campo bisogna usare qualcosa di diverso. Penso anche a Vecino da play: molto da giocare non c’era, altrimenti si poteva anche inserire Marcos Antonio”.

Vecino davanti alla difesa con Luis Alberto e Milinkovic può diventare la soluzione finale?

Da quanto ho capito guardando la Lazio, lui usa Vecino davanti alla difesa quando mette Luis Alberto con Milinkovic: serve sostanza. Ma un allenatore come Sarri quando può davanti alla difesa mette un giocatore tecnico: più qualità porti e più diventa facile segnare per i giocatori offensivi”.

Milinkovic non lo vedresti in attacco in nessun caso?

Solo in caso ci sia bisogno di alzare il pallone, mi sembra una soluzione degli ultimi minuti. Per l’organizzazione della squadra lo terrei dove sta perché fa benissimo il suo mestiere”.

Quanto è difficile per un giocatore cambiare la posizione, i riferimenti in campo e i movimenti?

Stai parlando con uno di quelli che ha cambiato più ruoli in carriera. Dipende anche dalla formazione da cui si proviene. Quando poi si eccelle come Milinkovic è faticoso spostarlo, andresti a dover cambiare due ruoli. È difficilissimo cambiare spesso, poi per una partita tutto è possibile e non sarebbe una pazzia”.

Quanto si vede la mano di Sarri e la voglia di Lazzari di mettersi in gioco nel suo miglioramento?

È sempre la disponibilità del giocatore che fa sì che tutto riesca. L’allenatore è bravo se il giocatore si rende disponibile. Lazzari penso abbia raggiunto la sua maturazione grazie alla Lazio: ha fatto un passo indietro e si è messo a disposizione del mister. È impensabile che un giocatore possa fare solo il quinto e Sarri non vedeva l’ora di usare un giocatore del genere. È un’arma ed era un peccato non utilizzarlo. Quando ha capito di avere di fianco un mostro sacro come Sarri è riuscito a far funzionare le cose”.

Ti aspettavi un’Atalanta così in alto alla decima giornata nonostante i cambiamenti?

Non se l’aspettava l’allenatore, forse forzando la mano. Ma chiaramente quando i cambiamenti sono tanti si può anche lavorare benissimo in ritiro ma il punto interrogativo rimane. L’Atalanta ha vinto alcune partite anche non meritandole ma questo ha portato fiducia. Si trova a lottare per il primo posto, ma non so quanto potrà resistere. Sicuramente è lì con merito. È una squadra ostica e difficile, soprattuto quando gioca in casa. Ma la Lazio ha tutte le qualità per poter far male, ha sempre disputato ottime partite. È una gara ovviamente aperta vista la classifica, mi auguro sia una bella partita”.

La chiave per far male a questa Atalanta?

Come in ogni gara vinta dalla Lazio contano i duelli. Serviranno le qualità tecniche della Lazio, che pareggiano l’agonismo dell’Atalanta. I bergamaschi sono molto forti fisicamente e hanno grandi armi offensive. Davanti ci sono giocatori veloci e Zapata sta rientrando, ma la Lazio ha caratteristiche tecniche importanti”.